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Alla conquista della Cittadella

REGIONALI 2025 | “Usato sicuro”, amministratori in massa, candidati di bandiera. Le liste ai raggi X

Un viaggio alla scoperta di alcune dinamiche che hanno caratterizzato le scelte delle coalizioni. Risalta la candidatura della madre della giovane violentata dal branco a Seminara

Pubblicato il: 06/09/2025 – 19:11
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REGIONALI 2025 | “Usato sicuro”, amministratori in massa, candidati di bandiera. Le liste ai raggi X

LAMEZIA TERME In totale 15 liste a sostegno di tre candidati presidente – Roberto Occhiuto per il centrodestra, Pasquale Tridico per il centrosinistra, Francesco Toscano per Democrazia Sovrana Popolare – e nel complesso circa 350 candidati al Consiglio regionale. Parte la corsa alla conquista della Cittadella e di Palazzo Campanella, fronte Giunta a Catanzaro e Consiglio a Reggio Calabria, e parte con il solito 2carrozzone” di liste e aspiranti consiglieri. Come sempre, al termine della presentazione delle liste e delle candidature, avvenuta oggi allo scoccare del mezzogiorno, uno sguardo rapido ma il più possibile attento agli elenchi offre tutto il campionario della politica calabrese, chiamata comunque a un appuntamento di notevole risonanza, anche per gli equilibri nazionali. Il primo dato che balza agli occhi è la vittoria dell’usato sicuro o della “conservazione”, nel senso che le coalizioni principali faranno leva su nomi collaudati, e soprattutto sugli uscenti.

Uscenti e rientranti

Dei 30 inquilini di Palazzo Campanella che hanno dovuto anticipatamente lasciare i banchi consiliari per la decisone di Occhiuto di resettare tutto e riprovarci sono stati ricandidati in 28: per motivi diversi, gli unici due che hanno lasciato campo libero ad altri pretendenti sono stati Mimmo Bevacqua, capogruppo uscente del Pd, e Peppe Neri, che è stato capogruppo di Fratelli d’Italia fino a metà legislatura e fino al coinvolgimento in un’inchiesta penale dalla quale peraltro è poi uscito a testa alta e indenne. In compenso, tanti i “ritorni di fiamma”, candidati che hanno già avuto un’esperienza in Giunta o in Consiglio regionale ma che per un motivo o un altro non erano entrati nella legislatura finita lo scorso agosto e che però ora ci riprovano: si citano qui Nino De Gaetano (già assessore regionale nella legislatura Oliverio), Francesco Pitaro, Vito Pitaro, Antonio De Caprio, Luigi Tassone, Raffaele Sainato (consiglieri regionali nella legislatura Santelli), Salvatore Bulzomì (consigliere regionale nella legislatura Scopelliti).

La corsa degli amministratori

Sotto un certo aspetto, nel novero dell'”usato sicuro” si può far rientrare anche un altro dato, che accomuna per certi versi centrodestra e centrosinistra: l’ampio ricorso ai dirigenti di partito e anche e soprattutto ai sindaci e agli amministratori tra i candidati al Consiglio regionale, con una particolare enfasi per il centrosinistra e soprattutto per il Pd, che schiera nella propria lista per Palazzo Campanella un peso massimo qual è Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, che corre – sussurra qualche maligno – anche per non perdere il treno della rappresentanza istituzionale (non è più ricandidabile alla guida di Palazzo San Giorgio). Il centrodestra comunque non è da meno, arrivando a candidare addirittura due presidenti di Provincia quali Rosaria Succurro (Cosenza) e Sergio Ferrari (Crotone).

I candidati “di bandiera”

Altro dato che poi accomuna, anche se con dinamiche diverse, centrodestra è centrosinistra è il ricorso a candidati identitari e di bandiera: quasi di scuola sono i casi della filosofa Donatella di Cesare e del sindaco del Modello Riace Mimmo Lucano con Avs, entrambi finiti nel mirino del centrodestra (la prima per un tweet in memoria della Br Barbara Balzerani). Una vicenda di forte impatto è quella di Gabriella Castelletti, la madre della ragazza vittima nei mesi scorsi di violenza sessuale a Seminara, e poi isolata dai suoi concittadini, che è stata candidata da Forza Italia nella circoscrizione sud della Calabria come capolista di Forza Azzurri. Dopo che aveva denunciato i suoi stupratori, la minorenne non era più uscita di casa, mentre i suoi genitori avevano subito minacce e danneggiamenti. Per la famiglia così era diventato impossibile continuare a vivere a Seminara. Per questo motivo, dopo un incontro con il presidente Roberto Occhiuto, la Regione ha messo a disposizione della famiglia un alloggio popolare in un altro centro della provincia di Reggio Calabria. Nel centrodestra poi a proposito di “bandiere” e di identità spicca la candidatura di Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno e big meloniana, che Fratelli d’Italia schiera sia per controbattere all’”assalto” degli alleati sia per la sua storia politica fortemente coerente.

Le “porte girevoli”

E coerenza è un termine che rimanda a un altro dato, un fenomeno molto calabrese ma che stavolta si ripresenta in forme più contenute rispetto al passato: il trasformismo. Stavolta i cambi di casacca, che in genere proliferavano, si contano sulle dita di una mano: si registra il transito dalla maggioranza di centrodestra alla candidatura con il centrosinistra dei calendiani Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano, e il percorso inverso per Francesco Afflitto (eletto nel 2021 con M5S, oggi si candidano Forza Azzurri). E ovviamente una parola si può spendere per Dalila Nesci, ieri parlamentare M5S (e sottosegretaria del governo Draghi) e oggi candidata in FdI (l’unico partito che non sosteneva Draghi), anche se a onor della cronaca Nesci aveva già abbandonato il M5S già da tempi non sospetti. Così come, rispetto al passato, sembra essere nella media il numero dei “figli d’arte” in campo, esponenti di piccole/grandi dynasty familiari in lizza: ovviamente il nome che risalta è quello di Katya Gentile, che guida la lista della Lega a Cosenza, ma sempre nella Lega ecco Silvia Parente, figlia di Claudio, già consigliere regionale, e in Forza Italia ecco Elisabetta Aiello, figlia del già assessore regionale e già parlamentare Piero. Tre su circa 350: tutti comunque da oggi partecipano al gran ballo delle Regionali calabre 2025. (a. cant.)

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