Regionali, Lucano tra lo stop e la speranza. «Sono innanzitutto un militante, un’altra Calabria è possibile» – VIDEO
Sull’incandidabilità: «Ci sarà comunque il mio contributo». Sul voto: «Non posso immaginare che in questa terra debba prevalere sempre l’affarismo della politica»

LAMEZIA TERME «Io sono obbligato a non avere alternative, sono obbligato a sperare. Il mio è un contributo che voglio dare ad una causa collettiva, quella della sinistra, degli ideali in cui credo». Mimmo Lucano, europarlamentare e schierato con la lista AVS a sostegno della candidatura a presidente della Regione Calabria, Pasquale Tridico, va oltre lo stop arrivato dai due tribunali di Reggio Calabria e Cosenza che, applicando la legge Severino, lo hanno dichiarato incandidabile. Almeno per ora. Questa mattina è stato lui, a Lamezia Terme, uno dei protagonisti dell’incontro organizzato dal partito per presentare i candidati al consiglio regionale alle prossime elezioni, insieme ai leader Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (ne abbiamo scritto qui).
«È un tempo in cui si deve partecipare, non possiamo permetterci il contrario per quello che accade in Calabria, in Italia e nel mondo», afferma il sindaco di Riace. E, a proposito dell’incandidabilità, precisa: «Non mi cambia nulla perché, anche quando non sono stato sindaco, ho continuato allo stesso modo. Sono prima di tutto un militante politico che crede in alcuni ideali e che mette questo sopra davanti a tutti. E la politica la vivo così, con gli entusiasmi importanti quando hanno una sfera collettiva». Potrebbe sembrare paradossale ma «io non concorro per me, sono sindaco, sono parlamentare europeo, però mi sono trovato ad avere questi ruoli, ma alcune volte quasi è come se me ne dimenticassi», spiega ancora Lucano, «io a prescindere vivo una dimensione di impegno interiore, e mi rendo conto che non c’è un vento favorevole, soprattutto nel mondo».

Mimmo Lucano poi ha parlato di speranza, quella legata al riscatto e «al sogno di un’altra Calabria possibile. Lo dico in maniera esplicita: la Calabria deve ripartire dalle aree abbandonate, dalle aree che chiamano interne, dove magari non ci sono tanti voti, però c’è l’anima, la storia, c’è la dimensione più autentica». L’europarlamentare ha parlato di «limiti» ma anche di un «sogno, quello di una Calabria che riparta dalle situazioni di povertà, di dramma, della sanità, della scuola, di abbandono. Quanti giovani in cinque anni sono andati via? Spesso anche per curarci, dopo lunghe attese, ci dobbiamo rivolgere lontano, dobbiamo emigrare per curarci», ha detto ancora Lucano.
Infine, l’affondo: «Non posso immaginare che in questa terra debba prevalere sempre l’affarismo della politica, le cose personali e gli obiettivi economici dei grandi sistemi di potere. Io ci sono, credo in un’altra alternativa per la Calabria che, nelle zone povere, sa ancora avere l’orgoglio che serve a questa terra». (Gi.Cu.)
L’intervista:
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato