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Incidente durante la “volata” della Vara. A Reggio è polemica: «Spettacolo osceno». «Insulti inaccettabili»

Durante la “volata” il quadro della Madonna della Consolazione si è inclinato facendo temere per la sicurezza della struttura. L’attacco ai portatori della Vara e la replica

Pubblicato il: 16/09/2025 – 11:56
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Incidente durante la “volata” della Vara. A Reggio è polemica: «Spettacolo osceno». «Insulti inaccettabili»

REGGIO CALABRIA Uno «spettacolo osceno» e «indecoroso» per quella che viene definita una «volata dell’idiozia». Così una festa per tutti i reggini e non solo si trasforma in un’occasione di aspra polemica. Un botta e risposta acceso che ha fatto scoppiare un vero e proprio caso a Reggio Calabria, dopo la processione dello scorso sabato durante la quale la Sacra effige della Madonna della Consolazione, Patrona di Reggio Calabria, è stata portata al Duomo. Durante la “volata”, infatti, il quadro si è inclinato facendo temere per la sicurezza della struttura, che adesso sarà oggetto di un controllo da parte di funzionari della Soprintendenza.

L’accusa: «Uno spettacolo indecoroso»

A sollevare la questione è stata Angelina De Salvo, giornalista responsabile comunicazione e Ufficio stampa presso direzione regionale Musei, che ha condannato l’accaduto e ha definito lo spettacolo «indecoroso durante il quale la Vara di Reggio Calabria oscilla, barcolla, si piega, annaspa e soffre con tutti i suoi tesori tra le mani di qualche decina di trogloditi che si ostinano a fare la “volata” dell’idiozia». «Che la Vara del quadro della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria sia stata rovinosamente inclinata durante la “volata” della processione – ha aggiunto – è un fatto gravissimo, per nulla da minimizzare. E i calabresi sensibili alla preservazione del bello se ne saranno accorti. L’usanza tribale della “volata” finale oltre ad essere grottesca, è pericolosa per le persone e per la scultura che ha importanza storica ed artistica. Il Ministero della Cultura al momento della consegna della Vara dopo il recente restauro, avvenuto con soldi pubblici, aveva dato indicazione che la Vara non dovesse ricevere più sobbalzi o bruschi spostamenti per preservarla ed evitare tutte le fratture e le lacerazioni che aveva subito nel tempo anche a causa di questa usanza tribale. E invece il menefreghismo dei portatorti e della Chiesa ci hanno consegnato questo spettacolo osceno», ha spiegato allegando la foto che immortala il momento “incriminato” e altre che documentano il restauro della Sacra effige: «Attraverso la collaborazione tra il Ministero della Cultura, l’Università Mediterranea e l’Università della Calabria i restauratori anche in pieno Covid per mesi hanno riparato le crepe, saldato i manufatti che decorano la Vara e hanno reso nuovamente visibili alcuni aspetti, quali la policromia dei materiali impiegati o i particolari decorativi della cornice della Vara. Inoltre, sono stati riposizionati in maniera stabile due coppie di candelabri in argento e la medaglia del pittore Vincenzo Cannizzaro. Infine, sono state apportate significativi miglioramenti alla componente meccanica della Vara».

La replica: «Gli insulti sono inaccettabili»

Parole che hanno colpito l’Arcidiocesi di Reggio Calabria–Bova e L’Associazione Portatori della Vara. «L’Arcidiocesi – fa sapere in un comunicato – respinge con fermezza gli attacchi e gli insulti rivolti all’istituzione e ai portatori della Vara. Da un ente pubblico ci si attende misura, correttezza e linguaggio rispettoso dei ruoli istituzionali. Qualsiasi giudizio che travalichi questi limiti è lesivo della dignità di migliaia di fedeli e di operatori pastorali. Si smentiscono ricostruzioni allarmistiche: durante la processione non si è verificato alcun urto e la Vara non ha riportato danni. Le informazioni circolate in senso contrario non corrispondono al vero. La Chiesa custodisce il patrimonio culturale affidatole dai benefattori con responsabilità e competenza, nel pieno rispetto della normativa vigente. Anche in occasione della processione sono stati adottati criteri di sicurezza e salvaguardia coerenti con la legge e con le buone prassi di conservazione, in continuità con la collaborazione ordinaria con le autorità competenti».
E a stretto giro è arrivata anche la replica dell’Associazione dei Portatori della Vara della Madonna della Consolazione: «L’Associazione Portatori della Vara della Madonna della Consolazione ha letto con stupore e rammarico la riflessione diffusa in queste ore sulla processione di sabato diffuso dall’ufficio nazionale musei Calabria. Desideriamo innanzitutto ristabilire la verità dei fatti: i portatori hanno sempre operato nel rigoroso rispetto delle prescrizioni impartite dalla Soprintendenza per la tutela della Vara, adottando le cautele e le procedure condivise con le autorità competenti. Anche durante la tradizionale “volata” non si è verificato alcun urto e la Vara non ha riportato alcun danno. Ogni ricostruzione che lasci intendere il contrario è priva di fondamento. Con la stessa franchezza riteniamo doveroso stigmatizzare il linguaggio utilizzato. Sentir definire “trogloditi” i portatori da parte di un’istituzione della Pubblica Amministrazione è profondamente sgradevole e ferisce uomini e famiglie che, da generazioni, prestano un servizio volontario alla diocesi, alla città e alla sua Patrona con disciplina, devozione e senso di responsabilità. I portatori sono dispiaciuti per parole che non aiutano il confronto, e chiedono che il dibattito pubblico torni nei binari della misura e del rispetto reciproco». «Ribadiamo – aggiungono – la nostra piena disponibilità a collaborare con tutte le istituzioni in un dialogo serio e costruttivo, fondato sui dati e sulla tutela condivisa del patrimonio culturale e della sicurezza delle persone. La tradizione si onora con i fatti, con l’osservanza delle regole e con uno stile all’altezza delle responsabilità di ciascuno. Confidiamo pertanto in una pronta rettifica delle espressioni offensive e in un clima più sereno, nell’esclusivo interesse della comunità reggina e calabrese».

Falcomatà: «Portatori della Vara custodi identitari di una tradizione che si tramanda da generazioni»

Sul caso è intervenuto anche il sindaco della città, Giuseppe Falcomatà: «Dispiace apprendere il disappunto che l’associazione Portatori della Vara – e ancor prima la diocesi di Reggio Calabria – ha manifestato circa alcune affermazioni che sono apparse a mezzo stampa da parte dall’ufficio nazionale musei Calabria». «I Portatori sono i custodi identitari di una tradizione che si tramanda da generazioni. Assegnatari della responsabilità di cura e accompagnamento della Sacra Effige, che è espressione di una fede che viene manifestata con passione e autenticità, ma anche simbolo di identità di una città che alla Madre della Consolazione affida preghiere e speranze». «Non penso ci possa essere gesto o azione dei Portatori – sottolinea il Sindaco – che possa minimamente scalfire questi valori che si uniscono certamente al rispetto e alla tutela del patrimonio storicamente e culturalmente inestimabile della Vara. La città riconosce all’associazione dei Portatori questo instancabile e devoto servizio, per questo, l’invito che rivolgo a chiunque ricopra un ruolo istituzionale e di rappresentanza, di non trascendere in toni e linguaggi che possano intaccare il senso di unità e condivisione che questi giorni di Festa evocano».
(m.r.)

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