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L’indagine

Violenza e armi, il controllo del territorio del gruppo «derivazione della cosca Muto di Cetraro»

Nella recente inchiesta della Dda di Catanzaro finiscono tentate estorsioni, violente aggressioni e presunte minacce

Pubblicato il: 26/09/2025 – 6:55
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Violenza e armi, il controllo del territorio del gruppo «derivazione della cosca Muto di Cetraro»

CETRARO Un gruppo «derivazione» della cosca Muto di Cetraro. L’egemonia sul territorio del Tirreno Cosentino sarebbe proseguita grazie ad un programma criminale messo a punto da parte dei presunti associati e destinato al compimento di azioni delittuose, talvolta accompagnate dall’uso di violenza e delle armi. Le anime nere cetraresi avrebbero continuato a palesarsi non con sporadiche scorribande come qualcuno ingenuamente ipotizza, ma dotandosi di un assetto in grado di ipotizzare l’elemento organizzativo del presunto sodalizio. Non a caso, chi ha svolto le indagini – coordinate dalla Dda di Catanzaro e portate a termine il 25 settembre 2025 – in più passaggi sottolinea la propensione al «controllo del territorio» e la «articolata distribuzione di compiti e funzioni».

L’utilizzo della forza e delle armi

Nel novero degli episodi cristallizzati vi sono anche tentate estorsioni – «non verificatesi per cause indipendenti dalla volontà degli indagati» – ai danni di imprenditori operanti nei settori sanitario e dei trasporti. Il riferimento è ad un «ordigno esplosivo», nell’appiccare «fuoco ad una imbarcazione» e ad una «auto». In un altro caso, invece, alcuni indagati avrebbero «aggredito violentemente» una persona «provocandogli lesioni personali».
Le parole – riportate nell’inchiesta – pronunciate da uno degli indagati sono eloquenti. «Tu devi smetterla di rompermi, sono con persone di Cetraro e adesso ti ho fatto avvisare, ti faccio dare fuoco a te e alla macchina». La violenza mostrata sarebbe poi sfociata in un’altra aggressione con vittima una «persona affetta da psicosi schizofreniche».

La rapina

Non solo tentate estorsioni e aggressioni, in un episodio contestato in concorso ad alcuni indagati – datato 2022 – vengono ricostruiti i frame di una rapina ai danni di un istituto bancario a Cetraro. «State tranquilli, vogliamo solo i soldi e nessuno si fa male», avrebbe assicurato uno dei soggetti coinvolti che avrebbe poi costretto un dipendente della filiale «ad aprire la cassaforte e a consegnare loro il denaro contenuto, così impossessandosi della somma di 400 euro e di 2 buste contenenti chiavi di locali tecnici e codici». (f.b.)


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