Regionali, per i partiti l’obiettivo è migliorarsi. Ecco come andarono nel 2021
Un viaggio per ricostruire le percentuali che le forze politiche raggiunsero quattro anni fa e che oggi puntano a superare. Diverse le novità in questa tornata

LAMEZIA TERME La sfida delle percentuali. Le elezioni regionali di domenica e lunedì – com’è naturale – saranno un significativo banco di prova per le coalizioni principali – centrodestra e centrosinistra – e per i partiti che le compongono, un test sul loro stato di salute anche e soprattutto in raffronto all’ultima tornata, quella del 2021. Molte cose ovviamente sono cambiate – all’epoca i candidati presidenti furono quattro, tre dei quali sostenuti da altrettanti poli, mentre oggi sono tre, due dei quali sostenuti da altrettante coalizioni – ma per i principali partiti in realtà l’obiettivo oggi è identico: quello di migliorarsi rispetto a quattro anni fa, e in alcuni casi – soprattutto nel centrodestra – anche di primeggiare. Ecco come andarono le Regionali 2021, vinte dal centrodestra guidato da Roberto Occhiuto (per lui il 54,46%) con un successo che di fatto mise fine alla decennale dinamica dell’”alternanza” in Calabria, ed ecco quali sono i “tetti” percentuali che i partiti puntano a superare oggi.
Centrodestra
Rispetto al 2021, il centrodestra si presenta con una lista in più (8 rispetto alle 7 di quattro anni fa). La novità è anzitutto la lista del presidente, Occhiuto Presidente, rispetto al 2021 poi le altre novità sono essenzialmente Noi Moderati e Sud Chiama Nord. Come nel 2021, oggi in corsa ci sono Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Azzurri. Quattro anni fa Forza Italia fu il partito più votato della coalizione, con il 17,31%. A seguire Fratelli d’Italia con l’8,70%, la Lega con l’8,33% e Forza Azzurri con l’11%, mentre l’Udc arrivò al 4,58%.
Centrosinistra
Per quanto riguarda il centrosinistra – che nel 2021 sostenne la candidatura di Amalia Bruni (per lei il 27,68%) con sette liste – il Pd fu il secondo partito più votato in assoluto, e il primo della coalizione, con il 13,18%, mentre il Movimento 5 Stelle ottenne il 6,48%. Rispetto a quattro anni fa le novità nel campo progressista sono, oltre alla lista del presidente, Tridico Presidente, Alleanza Verdi Sinistra, Casa Riformista e Democratici Progressisti, che è in pratica la seconda lista del Pd (in corsa invece nelle Regionali del 2020). (c. a.)
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