Da sindaco a consigliere regionale. Il passo di Falcomatà che può cambiare tutto
Falcomatà dovrà scegliere se dimettersi o affrontare la decadenza per incompatibilità. Due gli scenari possibili per il Dg della Città metropolitana, Umberto Nucara

REGGIO CALABRIA L’elezione di Giuseppe Falcomatà a consigliere regionale della Calabria segna l’inizio di una fase complessa per il Comune di Reggio Calabria e per l’intera Città Metropolitana. Pur essendo risultato vincitore alle urne, Falcomatà non è ancora ufficialmente consigliere, perché la proclamazione avverrà solo dopo le verifiche formali dei risultati, previste entro circa venti giorni, quindi tra fine ottobre e inizio novembre. È solo da quel momento che scatteranno i termini di legge: il sindaco dovrà decidere se dimettersi o affrontare la decadenza per incompatibilità. Falcomatà si trova di fronte a una scelta obbligata, che determinerà non solo il suo futuro personale, ma anche l’equilibrio politico e amministrativo della città.
Due scenari possibili
A spiegare i passaggi legislativi e amministrativi è il dott. Umberto Nucara, segretario e direttore generale della Città Metropolitana di Reggio Calabria: «Ci sono due scenari principali, entrambi previsti dal Testo Unico degli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000) e confermati dalla circolare ministeriale n. 15900/TU/00/65 del 12 marzo 2010.
Il primo è quello delle dimissioni volontarie e il sindaco dovrà dimettersi entro 20 giorni dalla proclamazione, a quel punto lo scioglimento del Consiglio comunale è immediato e la gestione del Comune passa a un commissario straordinario nominato dal Prefetto, come previsto dagli articoli 53 e 54 del TUEL. Alla Città Metropolitana, le funzioni di sindaco restano temporaneamente affidate al vicesindaco metropolitano, fino all’elezione del nuovo sindaco del Comune capoluogo, che diventerà automaticamente anche sindaco metropolitano, secondo quanto stabilito dalla Legge Delrio (n. 56/2014).
Il secondo scenario riguarda la decadenza automatica. Se il sindaco non rimuove la causa di incompatibilità entro i dieci giorni concessi dal Consiglio, ai sensi dell’articolo 69 del TUEL, quest’ultimo lo dichiara decaduto. In questo caso, giunta e Consiglio rimangono formalmente in carica fino al primo turno elettorale utile, mentre le funzioni esecutive passano al vicesindaco, in virtù dell’articolo 53 del TUEL. Anche la gestione della Città Metropolitana resta nelle mani del vicesindaco fino alla nuova elezione».
La fase della transizione
La scelta di Falcomatà avrà quindi un impatto diretto sul modo in cui la transizione sarà gestita. Le dimissioni volontarie garantirebbero una transizione più ordinata, con la possibilità di indirizzare le nomine e la composizione della squadra metropolitana. La decadenza automatica, invece, ridurrebbe il margine di manovra del sindaco uscente, affidando la gestione provvisoria a figure già presenti nella governance metropolitana, come Carmelo Versace, vicesindaco metropolitano.
Sul piano politico, la partita è già aperta. La gestione commissariale del Comune e la reggenza metropolitana costituiscono un periodo di neutralità amministrativa, ma le dinamiche politiche rimangono vive: il centrosinistra dovrà confrontarsi con candidature alternative, possibili rimpasti e nuovi equilibri territoriali. La successione del sindaco metropolitano, infatti, è strettamente legata alla futura guida del Comune capoluogo, e determinerà la composizione dei rapporti di forza all’interno della città e della metropoli.
Le mosse di Falcomatà
Fin qui quanto prevede la legge, ma dal punto di vista politico, lecco a fase di transizione nella Città Metropolitana di Reggio Calabria è tutt’altro che neutra. Bisogna capire, al netto dei risultati elettorali e dei giochi dei partiti del centrosinistra cosa vorrà fare Giuseppe Falcomatà ma a quanto sembra non andrà a dimissioni. Lo stesso sindaco Falcomatà, subito dopo i risultati delle urne, ha affermato che bisogna garantire la continuità dell’amministrazione e accompagnare la città fino alla scadenza del mandato, per evitare il commissariamento e arrivare a fine legislatura con l’amministrazione eletta.
Quindi ecco che si andrà verso la decadenza automatica.
Ciò vorrà dire che prima ci sarà un rimpasto di giunta comunale, così come la casella da vicesindaco alla Città metropolitana potrebbe subire un cambiamento. Sono note da tempo, infatti, le frizioni fra Falcomatà e Carmelo Versace e adesso potrebbe optare per un riequilibrio politico interno, per lasciare un’eredità più bilanciata e non troppo legata a un’unica figura.
Un banco di prova il centrosinistra reggino
Ma si badi bene che il vice sindaco della Città metropolitana, come spiega bene il dott. Nucara, «non può essere scelto in autonomia, la legge è chiara ed indica che deve essere tra i consiglieri metropolitani. Abbiamo avuto anche il parere del ministero su questo punto: “L’articolo 1, comma, 40 della legge 56 del 2014 statuisce che il sindaco metropolitano può nominare un vicesindaco scelto tra i consiglieri metropolitani, stabilendo le eventuali funzioni a lui delegate e dandone immediata comunicazione al consiglio. Il vicesindaco esercita le funzioni di sindaco in ogni caso in cui questi ne sia impedito. Qualora il sindaco metropolitano cessi dalla carica per cessazione dalla titolarità dell’incarico di sindaco del proprio comune, il vicesindaco rimane in carica fino all’insediamento del nuovo sindaco metropolitano. In base al disposto della legge n. 56/2014, il sindaco del comune capoluogo è, di diritto, sindaco della città metropolitana ma tale assunto non può essere esteso anche al vicesindaco reggente del comune capoluogo che appartiene e svolge le sue funzioni esclusivamente nell’ente nel quale è stato eletto.
Pertanto, tenuto conto che le due figure di vicesindaco metropolitano e di vicesindaco del comune capoluogo assolvono alle loro funzioni in enti diversi, cosi come espressamente disciplinato dalle norme sopra richiamate, si ritiene che il vicesindaco reggente del capoluogo non possa svolgere tale funzione nell’ambito dell’ente metropolitano”.
Sul piano istituzionale, la macchina amministrativa non si fermerà: il vicesindaco metropolitano manterrà la gestione ordinaria e i progetti in corso, soprattutto quelli legati ai fondi PNRR e alle infrastrutture territoriali. La fase che si apre con l’uscita di Falcomatà dalla guida del Comune e della Città Metropolitana rappresenta un banco di prova per il centrosinistra reggino, chiamato a ricompattarsi e a definire candidature e strategie in vista della prossima chiamata alle urne, nella primavera del 2026, per le amministrative. (redazione@corrierecal.it)
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