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la sconfitta

Dal campo larg(hissim)o al campo perdente, una battuta d’arresto su cui riflettere

Definitiva? Lo vedremo, anche per i riflessi in ottica nazionale alla luce delle proporzioni del risultato che ha incoronato il presidente uscente e rientrante Roberto Occhiuto

Pubblicato il: 08/10/2025 – 9:31
di Clemente Angotti
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Dal campo larg(hissim)o al campo perdente, una battuta d’arresto su cui riflettere

Largo o ‘larghissimo’ che dir si voglia, il campo del centrosinistra, che tante più o meno fondate speranze aveva suscitato, non si afferma in Calabria e, anzi, è costretto a registrare tra domenica e ieri una pesante battuta d’arresto. Definitiva? Lo vedremo, anche per i riflessi in ottica nazionale alla luce delle proporzioni del risultato che ha incoronato il presidente uscente e rientrante Roberto Occhiuto.
Al di là delle dichiarazioni a caldo, anche di quelle che riconoscono la generosità dell’ex presidente dell’Inps e attuale (?) parlamentare europeo pentastellato, intestatosi nel cuore dell’estate calabrese una campagna elettorale non facile e condizionata da tempi piuttosto ristretti, emergono tuttavia alcuni aspetti peculiari legati alla genesi di questo risultato negativo che non possono essere troppo sbrigativamente derubricati.
Oltre all’imperdonabile gaffe di Avs, che ha mancato il quorum con buona probabilità anche per avere modulato la propria campagna elettorale intorno alla ‘bandiera’ Mimmo Lucano, salvo dover poi ammainare proprio quel vessillo identitario causa insindacabile decisione delle Corti d’appello di Catanzaro e Reggio Calabria, ci sono anche altri fattori da prendere in considerazione per tentare di decrittare quanto accaduto domenica e lunedì scorsi. Ha pesato senz’altro sul risultato finale, come riconosciuto apertamente anche da autorevoli esponenti M5s e come ormai assodato da analoghe recenti competizioni locali, la mancanza di radicamento territoriale del Movimento che esprimeva il candidato presidente.

A questo si aggiunga, per altri versi, un Partito democratico che, malgrado il sostegno convinto di Elly Schlein che, in più occasioni, ha battuto in lungo e in largo la regione, è parso per così dire meno ‘coinvolto’ e in un certo senso ‘schermato’ da un candidato di non diretta espressione. La sostanziale tenuta o la crescita dei dem sancita dalle urne rispetto a precedenti elezioni regionali non deve, infatti, fare velo ad una serie di sintomi problematici che, a nostro avviso, si sono riproposti in questa circostanza con particolare riferimento ad alcuni territori della regione. Indicativo, a questo proposito, ma se ne potrebbero citare anche altri, è stato il caso della circoscrizione centrale dove i dem, da tempo non in perfetta forma, hanno portato a casa solo la rielezione dell’uscente Ernesto Alecci, pur in presenza di candidature autorevoli, mentre ad esempio non sono riusciti a concretizzare con l’altra lista ‘Democratici e progressisti’ l’ingresso a Palazzo Campanella di Francesco Pitaro. Il già consigliere regionale, costretto ad uno stop forzato nella tornata del 2021, praticamente ‘a mani nude’, come ha evidenziato in un post di ringraziamento scritto sui social, ha conseguito un risultato molto significativo e da valutare attentamente: nel capoluogo regionale, infatti, è stato il più votato in assoluto dell’intera coalizione di centrosinistra, presente con esponenti di punta dell’amministrazione cittadina, ottenendo ben 2345 voti dei 5484 complessivi incassati a livello di circoscrizione centro.
In conclusione e in ossequio all’antico adagio secondo cui “la vittoria ha molti padri ma la sconfitta è orfana”, va poi tenuta in considerazione la ‘performance’ del candidato presidente della coalizione di centrosinistra Pasquale Tridico atteso ora al bivio tra rimanere in Calabria o volare a Bruxelles che pure ci ha messo del suo non tanto e non solo per la proposta del reddito di dignità che avrebbe potuto avere anche una sua ‘dignità’ o per quella del reclutamento dei ‘nuovi operai forestali’, ma anche e soprattutto per la scivolata dell’abolizione del bollo auto sventolata, per usare un termine calcistico in ‘zona cesarini’, che per tempistica e modalità si è prestata a troppo facili ironie finendo per essere bollata come una trovata elettoralistica da ultima spiaggia. (redazione@corrierecal.it)

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