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il dopo voto

Regionali, il “gran ballo” dei moderati in Calabria. Ma Azione se l’è perso…

Da Forza Italia alla componente renziana della Casa Riformista passando per Nm l’area di centro arriva a percentuali da vecchia Dc. I calendiani però fanno harakiri

Pubblicato il: 08/10/2025 – 7:02
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Regionali, il “gran ballo” dei moderati in Calabria. Ma Azione se l’è perso…

LAMEZIA TERME Sommandoli, sia pure alla rinfusa perché sono un po’ sparpagliate da una parte all’altra, fanno almeno il 35%. Una percentuale da Dc dei bei tempi andati… Il voto delle Regionali in Calabria consegna tanti dati politici e tra questi ne risalta uno in particolare: nella nostra terra c’è un’ampia area centrista e moderata che prende molto di qua – nel centrodestra – ma qualcosa anche di là – nel centrosinistra – e che può rappresentare anche una sorta di laboratorio politico. Mettiamoli in fila: Forza Italia al 17,98%, Occhiuto Presidente al 12,39%, Noi Moderati al 4,03%, tutti sopra il quorum, più altre forze “satelliti” come Udc e Forza Azzurri e infine quella parte renziana della Casa Riformista che è riuscita a eleggere anche un consigliere regionale (Filomena Greco, coordinatrice regionale di Iv). A Palazzo Campanella questo “mondo di mezzo” che al momento è piantato soprattutto nel centrodestra, tra Forza Italia, Occhiuto Presidente, Noi Moderati e Iv può contare complessivamente su 14 consiglieri regionali, quasi il 50% dell’Assemblea. Insomma, un’area che presidia quel centro a cui tutti ambiscono ma che nessuno poi riesce davvero a conquistare e radicare. Ma il dato politico di un fronte moderato che si muove – nemmeno tanto sottotraccia – in Calabria, che si annusa anche se ancora non si salda c’è tutto. O quasi. Perché non tutti sono stati pronti a partecipare al “gran ballo” dei moderati che si è avviato in questa tornata elettorale. All’appello manca Azione, il partito di Carlo Calenda che fino a qualche settimana fa esprimeva due consiglieri regionali – Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano – organici alla maggioranza di centrodestra ma poi “in rotta” con il governatore Roberto Occhiuto, spinti nello “strappo” anche da loro leader nazionale, che però poi alla fine ha ritirato dalla contesa e dal campo il simbolo di Azione perché non gli garbava il pentastellato Pasquale Tridico come candidato presidente. Sia De Nisi sia Graziano, sia pure senza “bandiera”, hanno comunque deciso di “saltare il fosso” e di provare la ri-scalata al Consiglio regionale dal versante progressista, intruppandosi nella Casa Riformista di matrice moderata-renziana-socialista. Alla fine di quello che a detta di tanti analisti si è rivelato il classico “autogol” o “harakiri” politico i due non sono stati rieletti. E così al “ballo” dei moderati – un ballo che in quanto tale può infilare strade inedite – ci sono altri e non loro. (a. c.)

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