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C’è ancora un domani? L’allarme della disparità nel voto per il rinnovo del Consiglio regionale calabrese

Il 64% delle donne calabresi non si è recata alle urne (contro il 52% degli uomini)

Pubblicato il: 16/10/2025 – 20:34
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C’è ancora un domani? L’allarme della disparità nel voto per il rinnovo del Consiglio regionale calabrese

CATANZARO «All’indomani delle elezioni regionali, il dato emerso dalla Calabria non è un semplice segnale, ma un allarme di sistema. Con un’affluenza complessiva che si ferma al 43,15%, la nostra Regione rivela una profonda crisi di rappresentanza. Il dato più drammatico e politicamente imbarazzante è l’astensione femminile, che squarcia il velo sulla distanza tra le donne e l’attuale classe politica. L’abisso della partecipazione viene fuori dai numeri forniti da SWG che sono implacabili e posizionano la Calabria come un prisma rotto della democrazia italiana, amplificando un problema già nazionale. Il 64% delle donne calabresi non si è recata alle urne (contro il 52% degli uomini). Questa astensione massiccia è la “cartina di tornasole” di uno sconforto palpabile e di una sfiducia verso le Istituzioni percepite come inefficaci e incapaci di risolvere i problemi concreti della vita quotidiana. La scarsa partecipazione politica si innesta in un contesto socio-economico di grave disparità: l’occupazione femminile in Calabria è tra le più basse d’Italia, attestandosi a un misero 33,1% (contro la media nazionale del 53,3%), a cui si aggiunge la cronica carenza di servizi di sostegno all’occupazione femminile. Paradossalmente, l’unico timido segnale di progresso giunge dalla composizione del Consiglio Regionale. Infatti con l’attuale rinnovo, sono state elette sette donne su trenta consiglieri, sfiorando per la prima volta (pur non raggiungendolo) il tetto del terzo del totale, con una quasi paritaria distribuzione tra maggioranza e opposizione. La domanda è inevitabile: la preferenza di genere ha funzionato? Forse sì. Ma questo esito, qui l’ulteriore paradosso, è stato raggiunto in un quadro di partecipazione prevalentemente maschile, cosa che fa assumere al risultato dei toni amari. E’ da questi dati, crudi e inequivocabili, che la politica calabrese deve ripartire. È richiesto uno sforzo collettivo, un cambio di passo politico e culturale che superi la mera retorica. L’unica chiave per lo sviluppo e la correzione di questo deficit democratico risiede nell’investimento del benessere delle donne. La prospettiva non è solo etica, ma economica: dove vivono bene le donne, vive bene l’intera comunità. Ciò significa, in concreto: Crescita dei servizi alle persone; Incremento dell’occupazione femminile come motore primario dello sviluppo regionale. Saprà l’attuale maggioranza dimostrare la sensibilità necessaria per correggere questi difetti strutturali della democrazia e garantire lo sviluppo economico mettendo al centro le donne? Avrà l’Opposizione la forza e la visione per incalzarla su questi temi cruciali? Gli atti che seguiranno ci daranno la risposta finale. Solo allora capiremo se, per la Calabria, C’è ancora domani». E’ la nota a firma di Tonia Stumpo, Consigliera parità regionale.

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