Una rete di professionisti e associazioni contro violenza di genere e femminicidi. «Bisogna denunciare. Lo Stato c’è» – VIDEO
Presentato a Roma il libro della criminologa calabrese Antonella Cortese: «Un’opera che serve per fare prevenzione, formazione e informazione»

ROMA Uccisa con decine di coltellate sotto gli occhi increduli dei vicini di casa. Il terribile femminicidio di Pamela Genini per mano del suo ex compagno Gianluca Soncin è solo l’ultimo tragico assassinio che colpisce per la sua crudeltà, ma quello della violenza sulle donne è un fenomeno che preoccupa sempre di più, con un numero crescente di casi. Dalle minacce alle violenze fisiche e verbali, fino ad arrivare all’atto estremo. Il fenomeno è stato oggetto di un convegno che si è tenuto nella Sala Regina della Camera dei Deputati: al centro del dibattito i contenuti del volume della criminologa calabrese Antonella Cortese dal titolo “Quando l’amore uccide. Il femminicidio tra devianza e controllo sociale”. Un’opera che ha coinvolto diverse figure professionali, che hanno dato il proprio contributo: Pierluigi Zarra, Antonio Pignataro, Domenico Scali, Filippo Maria Bisanti, Giovanni Russo, Daniela Scarpetta, Stefania Castricone, Francesca Scali. Prefazione di Maria Antonietta Spadorcia.
«Bisogna fare rete tra istituzioni, scuola, famiglia e forze dell’ordine», afferma ai nostri microfoni Cortese, che aggiunge: «La donna non va lasciata sola, ma va aiutata, non deve avere paura, deve denunciare. Questo libro serve per fare prevenzione, formazione e informazione. Si parte da oggi, per poi presentarlo nelle scuole e in altre sedi istituzionali. Il messaggio è che: non si deve aver paura perché lo Stato c’è e le leggi ci sono. Si sta lavorando sul reato di femminicidio. Non ci deve essere sconto di pena: ergastolo. La certezza della pena è importante».


In Calabria a fare un importante lavoro soprattutto nel territorio della Locride è l’Associazione 5D. «L’associazione 5D – afferma ai nostri microfoni la presidente Maria Alessandra Polimeno – ormai è da diversi anni impegnata sul contrasto alla violenza di genere. Abbiamo lavorato moltissimo con azioni di sensibilizzazione, lavoriamo moltissimo all’interno delle scuole, ma soprattutto adesso stiamo per dare vita a dare il via Centro antiviolenza, accanto allo sportello di ascolto che è attivo già da molti anni. Cerchiamo di dare il nostro contributo proprio per poter combattere una piaga che sta diventando ormai sempre più presente nella quotidianità. Basta semplicemente accendere la televisione per ascoltare un altro caso di cronaca, e quindi è importante che ci sia questa attenzione che ci sia soprattutto l’azione sinergica da parte delle diverse realtà che, a diverso titolo, sono coinvolte proprio per contrastare questo fenomeni». E infine Polimeno pone l’accento sulla realtà dei consultori in Calabria: «I consultori per il pensionamento dei diversi operatori stanno lentamente chiudendo. E’ un dato allarmante se pensiamo che è un servizio di prevenzione e di prossimità a cui le donne possono rivolgersi».
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