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Le indagini

Incendi a Lamezia, scarpe sportive e felpe di Milan e Juve: così i carabinieri hanno incastrato gli autori

Fondamentali le immagini di sorveglianza ma soprattutto le perquisizioni. E il pericolo bombola di gas scampato grazie ai vigili del fuoco

Pubblicato il: 23/10/2025 – 19:17
di Giorgio Curcio
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Incendi a Lamezia, scarpe sportive e felpe di Milan e Juve: così i carabinieri hanno incastrato gli autori

LAMEZIA TERME Questa volta le immagini di sorveglianza non sono bastate. Ad inchiodare i tre presunti responsabili del doppio incendio avvenuto nella notte del 17 maggio scorso, a Lamezia Terme, è servito il lavoro meticoloso dei Carabinieri della Stazione di Lamezia Terme-Sambiase. Sono stati loro, infatti, ad eseguire la perquisizione richiesta dalla Procura lametina – sia personale che locale – estesa a tutti gli immobili nella disponibilità dei tre sospettati. L’incrocio tra quanto rinvenuto e quanto le telecamera di sorveglianza avevano ripreso quella notte hanno consentito di ricostruire il puzzle, fino all’arresto di tre indagati, ora ai domiciliari, su ordine del gip lametino Francesco De Nino. (QUI LA NOTIZIA)

Le perquisizioni

All’interno della camera da letto dell’abitazione dell’ex compagna di Peppino Calabrese, infatti, i Carabinieri hanno trovato la maglia nera con la scritta “Miami” bianca rilevata dalle telecamere, nonché un paio di scarpe sportive Nike Air Max e con logo bianco trovate nel ripostiglio dell’abitazione dell’indagato. A casa di Cabras, invece, i militari hanno rinvenuto le scarpe nere lucide, il giubbotto nero, il jeans e la camicia che – secondo l’accusa – coinciderebbero con quanto ripreso dalle camere di sorveglianza. Lo stesso, infine, per il terzo indagato Cristian Torcasio. Nella sua camera da letto, infatti, i Carabinieri hanno ritrovato le Nike Air Force nere e la maglietta nera a mezze maniche con la scritta centrale “Juve” di colore bianco che sarebbero state riprese, anche in questa circostanza, dalle videocamere. Per il gip del Tribunale di Lamezia Terme, dunque, emerge «chiaramente l’assoluta identità di questi ultimi con l’abbigliamento indossato dagli indagati al momento dei fatti».  

Gli incendi notturni

Era la notte del 17 maggio 2025 quando, alle 2.25 circa, i Carabinieri della Sezione Radiomobile di Lamezia Terme sono intervenuti in Piazza Fiorentino, nel quartiere Sambiase, dove i Vigili del Fuoco avevano segnalato l’incendio di un’attività commerciale. Le fiamme, secondo una sommaria ricostruzione, avevano interessato gli interni di una pasticceria/rosticceria ed una bombola di gas arrecando ingenti danni. A distanza di pochi minuti, attorno alle 2.50, ai Carabinieri era arrivata un’altra segnalazione da parte dei Vigili del Fuoco relativa ad un incendio che aveva interessato un salone da barbiere in Piazza V Dicembre. Le fiamme, in questo caso, si erano propagate dal tappeto posto all’ingresso dell’esercizio lambendo l’infisso della porta d’ingresso.

La ricostruzione dei fatti

I Carabinieri lametini hanno successivamente acquisito le immagini di sorveglianza della zona. Una prima telecamera avrebbe immortalato, alle ore 01:53, due soggetti di cui uno sarebbe Francesco Cabras, con indosso un giubbino scuro e il cappuccio a protezione di gran parte del volto, che si spostava verso il vicino “Bar Fiorentino” e, dopo aver controllato i cestini dei rifiuti posizionati sul marciapiede, aveva prelevato un pezzo di cartone. Poco dopo, alle 2.19, i due soggetti tornavano sul posto mentre la “telecamera 1” riprendeva l’appiccamento dell’incendio, seguito dalla fuga dei due. Grazie ad un’altra telecamera, la pg avrebbe identificato poi Peppino Calabrese, con indosso un giubbino chiaro posizionato sul capo, una maglia nera con scritta bianca centrale e felpa nera e rossa del Milan. La stessa camera aveva poi inquadrato l’arrivo del terzo indagato, Cristian Torcasio, con indosso una maglietta con scritto “Juve” che attraversava, come gli altri due, il tunnel pedonale.
Sarà invece la telecamera 5 in Piazza V Dicembre a registrare quanto avvenuto alla barberia. Prima l’arrivo di una Fiat Brava dalla quale scendevano tre soggetti: uno dal lato guida, non illuminato, un altro con il capo coperto da un giubbino e un terzo visibilmente calvo, tutti e tre coincidenti con i tre indagati già ripresi nel precedente episodio. Nei momenti successivi, le immagini avrebbero ripreso Peppino Calabrese e Cristian Torcasio in attesa nei pressi dell’autovettura, mentre Francesco Cabras, riconosciuto nuovamente per la fisionomia e l’abbigliamento, si dirigeva alle ore 02:44 verso la porta principale della barberia dove, dopo pochi istanti, appiccava l’incendio.

Il pericolo scampato della bombola di gas

«Non ho alcun sospetto sull’autore del reato e non ho ricevuto minacce che possano collegarsi all’evento». Queste le dichiarazioni perfettamente coincidenti dei due imprenditori vittime dell’incendio. Le indagini mirano a far luce sul movente, ma intanto per il gip i tre indagati «hanno posto in essere fatti di reato particolarmente gravi e allarmanti, che denotano una personalità anche sprezzante del pericolo per la pubblica incolumità». Solo il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco ha, infatti, impedito l’esplosione della bombola di gas che si trovava nel laboratorio di pasticceria/rosticceria, in pieno centro cittadino, la cui deflagrazione avrebbe «causato ben più ingenti danni e grave pericolo per l’incolumità delle persone», scrive ancora il gip nell’ordinanza. Per di più, tutti gli indagati sono gravati da precedenti e pendenze penali. (g.curcio@corrierecal.it)

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