L’allarme degli psichiatri, boom del consumo di psicofarmaci tra i giovani
E’ legato all’incremento delle diagnosi di disturbi mentali, ma serve attenzione sulle prescrizioni

ROMA L’aumento del consumo di psicofarmaci tra i giovani è legato all’incremento delle diagnosi di disturbi mentali, ma ci invita anche fare più attenzione all’appropriatezza delle prescrizioni. Lo hanno detto i presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP), Antonio Vita e Guido Di Sciascio, commentando i dati contenuti nel Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei medicinali in Italia, realizzato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). «Questo aumento non ci sorprende, perché è parallelo all’incremento della prevalenza dei disturbi mentali nei giovanissimi che stiamo rilevando in questi ultimi anni», Antonio Vita e Guido Di Sciascio. «Si tratta di un trend in crescita segnalato da più parti, dalla psichiatria alla neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, e riguarda diverse condizioni patologiche. A questo – continuano – si aggiunge anche una maggiore capacità di riconoscimento e di collegamento dei giovani con i servizi, ancora non pienamente sufficiente ma sicuramente in miglioramento. E’ importante per noi non solo la quantità, ma soprattutto l’appropriatezza: questo incrocio va osservato con grande attenzione, per evitare autoprescrizioni, comprese quelle provenienti da servizi non specialistici o non sufficientemente competenti, e per scongiurare la reiterazione delle prescrizioni senza un adeguato monitoraggio. Questo rappresenta un ulteriore stimolo, una sollecitazione a una saldatura ancora più forte tra i servizi per l’infanzia e l’adolescenza e quelli per l’età adulta, anche in relazione all’aumento di prevalenza e all’uso dei farmaci che si sta registrando». E concludono: «Attenzione, infine a non interrompere trattamenti prescritti dai servizi specialistici senza aver prima consultato gli stessi, e, per i genitori, agli psicofarmaci lasciati incustoditi nell’armadietto dei medicinali».