Serra San Bruno verso Catanzaro, approvata la delibera. Ma il consiglio comunale si divide
Altro passo in avanti verso il cambio di provincia. Soddisfatto il sindaco Barillari. L’opposizione lascia l’aula: «Mancano garanzie». La replica: «La loro è ignavia politica»

SERRA SAN BRUNO Una seduta dai toni accesi, ma che segna un ulteriore passo avanti verso il ritorno nella Provincia di Catanzaro. Un iter lungo, complesso e non scontato che l’amministrazione a guida Alfredo Barillari ha messo nel mirino e ha intenzione di seguire, come ribadito nel corso del Consiglio comunale che si è svolto oggi pomeriggio a Palazzo Chimirri. Dopo circa un’ora di intenso dibattito finito in bagarre, è arrivato dall’assise cittadina il via libera a proseguire con l’iter per lasciare la provincia di Vibo Valentia, con l’approvazione dell’unico punto all’ordine del giorno sulla “Richiesta di mutamento della circoscrizione provinciale e aggregazione del Comune di Serra San Bruno alla Provincia di Catanzaro”. Si spacca però il Consiglio comunale serrese: la maggioranza vota all’unanimità in maniera favorevole, mentre la minoranza ha abbandonato l’aula al momento del voto.


Le critiche della minoranza
«Mancano le garanzie, chi ci dice che questo cambio porterà dei benefici?» hanno criticato i membri dei due gruppi di minoranza “Uniti per Serra”, formato dai consiglieri Luigi Tassone e Antonio Procopio, e “Per Serra Insieme”, con Biagio Figliucci e Michele Vito Regio. L’opposizione – è stata la premessa – non contesta la proposta, quanto il metodo e la mancanza di certezze che la situazione possa migliorare. «Nessuno può negare che Serra San Bruno abbia radici profonde che guardano verso Catanzaro» spiegano i consiglieri di Uniti per Serra. «Ma una decisione così importante non può basarsi solo sul sentimento». Servono «valutazioni approfondite e documentazione tecnica che al momento noi non abbiamo». Il rischio – affermano i consiglieri di minoranza – è quello «che se oggi siamo la periferia di Vibo, con Catanzaro potremmo diventare la periferia della periferia». L’opposizione chiede che prima di ulteriori passi vengano coinvolti Regione, Prefettura e le forze dell’ordine a garanzia che Serra San Bruno non perda i suoi presidi importanti sul territorio.


Il sindaco Barillari: «La loro è ignavia politica»
«Non siamo sprovveduti, sappiamo i rischi. Ma quali garanzie abbiamo con Vibo?» è la risposta del vicesindaco Rosanna Federico. «Dovete avere il coraggio di prendere una decisione» hanno tuonato dalle fila della maggioranza mentre i consiglieri abbandonavano l’aula. Comunque soddisfatto, dopo l’approvazione, il sindaco Alfredo Barillari che sottolinea come anche gli altri comuni – ad eccezione di Spadola – hanno già preso una netta posizione a favore della proposta e stanno programmando la discussione delle delibere. «Chiaramente è soltanto il primo passo, ora sarà coinvolta la Regione insieme agli altri Comuni e si andrà in Parlamento». Il primo cittadino ribadisce i motivi della decisione: «Innanzitutto sono motivi identitari, ma anche di fruizione quotidiana della popolazione dei servizi del Catanzarese, ma anche per mandare un messaggio chiaro che questo territorio non può essere periferia dimenticata. Questo è un territorio con un popolo, con una storia, una cultura che merita l’attenzione che sta ricevendo in questo periodo con questa proposta». Da Barillari una stoccata alla minoranza e, in particolare, all’ex sindaco ed esponente Pd Luigi Tassone: «La minoranza non ha il coraggio di esporsi. Qualcuno quando era sindaco, ha già rigettato, nonostante più di 4.000 firme, questa proposta di iniziativa popolare all’epoca. Noi la riportiamo perché è un punto del nostro programma elettorale. Loro per non dire né sì né no abbandonano l’aula: questo significa ignavia politica che è una cosa che a noi non appartiene». (ma.ru.)
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