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Territorio violato

Tra (possibili) condoni e demolizioni, la Calabria lotta contro il cemento illegale

Case irregolari 40 volte su 100 nel Sud. Il MIT avvia la procedura verso la Banca Dati Nazionale sull’Abusivismo

Pubblicato il: 19/11/2025 – 6:46
di Fabio Benincasa
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Tra (possibili) condoni e demolizioni, la Calabria lotta contro il cemento illegale

COSENZA Un terremoto di magnitudo 4, in Giappone non farebbe neanche notizia, alle nostre latitudini rischia di trasformare una scossa in tragedia, sbriciolando le migliaia di abitazioni abusive. Dal recente dato elaborato dal Centro ricerche economiche sociologiche e di mercato nell’edilizia e Istat nel “Rapporto Bes (benessere equo e sostenibile) 2024” – citato da Repubblica – emerge come «l’abusivismo edilizio, marginale nelle regioni del Nord, conserva un peso rilevante nel resto del Paese con 14,7 abitazioni abusive ogni 100 autorizzate nel Centro e 40,2 nel Mezzogiorno». I numeri record sono detenuti da Campania, Basilicata e Calabria (54,4 case su 100).

Cemento abusivo

La lotta contro il cemento abusivo, lungo le coste calabresi prosegue con operazioni significative svolte su tutto il territorio. Sono ancora vive le immagini che riportano i ricordi indietro di qualche anno, quando fu inferto un colpo al cuore dell’abusivismo con l’abbattimento dell’ecomostro Palazzo Mangeruca a Torre Melissa. L’edificio abusivo, un ex mobilificio di 6 piani – 6000 mq -, si trovava sulla statale 106, ed era stato prima sequestrato (nel 2007) e successivamente confiscato (nel 2012). Ma in Calabria, l’elenco delle azioni di contrasto agli immobili abusivi è in continuo aggiornamento.
A Caminia di Stalettì, ad esempio, si è scoperto un villaggio composto da 71 villette abusive. Qualcuna è stata demolita, ma l’obiettivo è trasformare l’area in un’oasi naturalistica.
A Bova Marina, nel Reggino, i carabinieri nelle scorse settimane hanno sequestrato – in un villaggio turistico – 105 case prefabbricate costruite su un’area demaniale senza le necessarie autorizzazioni. L’indagine, denominata “Archeometria” per via della vicinanza all’omonimo parco archeologico, ha fatto emergere come, a dispetto delle concessioni rilasciate alla proprietà nel corso degli anni, il titolare avesse trasformato un campeggio in un vero e proprio residence. 
A Rossano, nel Cosentino, il Nucleo carabinieri forestale ha sequestrato un anfiteatro di 300 metri quadrati, costruito abusivamente su suolo demaniale all’interno di un campeggio. L’area includeva anche 700 metri quadrati di rifiuti pericolosi.
Mentre ad aprile, a Crotone, la Guardia Costiera ha sequestrato un’area demaniale di oltre 700 metri quadrati, occupata illegalmente da un manufatto abusivo di 150 metri quadrati che scaricava i reflui direttamente sul terreno.

Le polemiche sul condono

Qualcuno invoca i condoni e sul punto è chiara la posizione degli ambientalisti. «Non c’è bisogno di nessun condono, ma di un Piano nazionale di lotta al fenomeno», dice a Repubblica Mariateresa Imparato di Legambiente. «C’è bisogno – aggiunge – di pieni poteri e risorse adeguate ai prefetti per demolire gli immobili che non vengono abbattuti dai Comuni, più risorse per le demolizioni decise dalle amministrazioni locali e dalla magistratura».

Verso la Banca Dati Nazionale sull’Abusivismo Edilizio

Dallo scorso primo ottobre, è entrata in vigore la nuova procedura definita dal Ministero per la trasmissione, da parte di Comuni e Prefetture, delle segnalazioni relative agli abusi edilizi. Grazie all’adozione di linee guida e modelli uniformi di compilazione, viene introdotta una modalità standardizzata e omogenea a livello nazionale per la raccolta dei dati, al fine di garantirne completezza, qualità e aggiornamento costante. Si tratta del primo passo nel percorso di digitalizzazione tracciato dal MIT, che culminerà con l’attivazione della Banca Dati Nazionale sull’Abusivismo Edilizio. La nuova procedura, che assicura la piena compatibilità dei dati raccolti con la futura Banca Dati, riguarda esclusivamente gli abusi edilizi accertati tramite ordinanza di demolizione o di sospensione dei lavori, e i successivi aggiornamenti. Nel dettaglio, il flusso delle comunicazioni prevede che i Comuni raccolgano le segnalazioni e i relativi aggiornamenti compilando, con cadenza trimestrale (entro il 30 marzo, 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre di ogni anno), un file Excel preformattato strutturato in campi specifici per ciascuna informazione richiesta. (f.benincasa@corrierecal.it)

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