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Occhiuto: «Cinque anni storici per la Calabria: possiamo essere protagonisti». L’idea di un Cpi in Tunisia

Tensione alla seconda seduta per l’inversione dell’ordine dei lavori. Opposizione all’attacco

Pubblicato il: 20/11/2025 – 18:03
di Paola Suraci
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Occhiuto: «Cinque anni storici per la Calabria: possiamo essere protagonisti». L’idea di un Cpi in Tunisia

REGGIO CALABRIA La seduta del Consiglio regionale della Calabria, la seconda della XIII legislatura, si è aperta con un clima più teso del previsto. All’ordine del giorno figuravano undici punti, tra cui una lunga serie di rendiconti degli enti strumentali, il bilancio consolidato della Regione e, soprattutto, uno dei passaggi politicamente più sensibili della legislatura: la riforma dello Statuto, destinata ad ampliare la Giunta e reintrodurre i sottosegretari alla Presidenza. Un’agenda fitta e politicamente carica, che si è ulteriormente complicata quando il consigliere Pierluigi Caputo ha chiesto l’inversione dell’ordine dei lavori, proponendo di anticipare la discussione sulle linee programmatiche del Presidente.

Opposizione all’attacco

Una scelta che ha immediatamente acceso l’opposizione, già critica per il modo in cui la seduta era stata preparata. Il primo ad intervenire è stato Ernesto Alecci (PD), che ha denunciato i tempi con cui la maggioranza ha diffuso i documenti: «Le linee programmatiche sono state caricate sul sito alle 21 di ieri sera. È impossibile discuterle seriamente: è il programma dei prossimi cinque anni, rinviamo l’approvazione e la discussione in Aula». Alecci ha parlato di una tempistica “strana”, soprattutto in una giornata che vedeva all’ordine del giorno la modifica dello Statuto, l’aumento del numero degli assessori e l’esame dei documenti di bilancio. Ancora più netto l’intervento del capogruppo Vincenzo Bruno (Tridico Presidente), che ha ricordato come il Consiglio fosse stato convocato con urgenza per approvare i bilanci delle società in house, pena sanzioni, salvo poi ricevere un ordine del giorno aggiuntivo straordinario con dentro la riforma statutaria: «E poi ci ritroviamo anche 46 pagine di linee programmatiche. Non abbiamo avuto il tempo di fare un’analisi. Chiediamo correttezza nei rapporti istituzionali con l’opposizione: altrimenti si parte male».

Occhiuto: «Saranno cinque anni stimolanti»

A quel punto ha preso la parola il presidente della Giunta Roberto Occhiuto, che ha detto che rinviarne la discussione sarebbe una procedura che può essere considerata come «una sgrammaticatura istituzionale», spiegando che lo Statuto prevede la presentazione del programma nella prima seduta utile dopo l’elezione dell’Ufficio di Presidenza: «Il mio programma è quello che ho detto ai calabresi. Sono disponibile al confronto e, se lo ritenete, possiamo spostare il dibattito». Dopo una sospensione dei lavori e una riunione dei capigruppo, si è stabilito di procedere comunque all’ascolto del Presidente.
Quando la seduta riprende, Occhiuto comincia sottolineando il dato politico che fa da sfondo all’intera legislatura: «È la prima volta che un presidente della Regione Calabria viene rieletto». Una continuità che, nella sua lettura, consente di immaginare «cinque anni storici», capaci di consolidare il lavoro già avviato. Il presidente insiste sulla necessità di combattere i pregiudizi che, a suo dire, la Calabria ancora subisce. Invece proprio l’altro giorno, siamo stati citati sui giornali nazionali per la nostra battaglia vinta sui NCC e questo dimostra come la regione debba continuare ad essere protagonista. Parla a braccio Roberto Occhiuto, voce pacata, sta in piedi in Aula e i consiglieri lo ascoltano in assolto silenzio. Parla della sua visione di Calabria, per i prossimi cinque anni e racconta di come si sta lavorando affinché la Calabria si apra al Mediterraneo: «Il mio sogno è quello di centri per l’impiego come avamposti nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, come la Tunisia. «Non è ancora nel programma, ma ci sto riflettendo con gli assessori», premette, presentandolo come un orizzonte culturale e politico di medio periodo. Nel cuore del suo intervento c’è la sanità, il terreno più delicato della scorsa legislatura. Occhiuto riconosce la gravità dei problemi ma rivendica i risultati: «Eravamo ultimi per i LEA, oggi siamo terzultimi». Non un traguardo, ma un progresso. Il dato più rilevante, sostiene, è che da tre anni la Calabria non produce deficit e si trova in equilibrio strutturale, condizione che la porrebbe sulla soglia dell’uscita dal commissariamento. Da qui la visione di un sistema ospedaliero più razionale, con un’unica direzione per gli ospedali e la prosecuzione dell’Azienda Zero. Occhiuto tocca poi i temi della protezione civile, delle riforme amministrative, dell’edilizia. E rivendica l’impegno della Regione sul riutilizzo dei beni confiscati alla ’ndrangheta, settore in cui la Calabria – afferma – «ha speso più di tutte le altre regioni». La sua non è una mera esposizione tecnica, ma un racconto politico della Calabria che immagina. Una regione che prosegue il lavoro avviato, che ambisce a colmare ritardi storici, che guarda oltre i propri confini. Annuncia la riforma del Welfare e una legge aggiornata sulla disabilità, così come lo psicologo nelle scuole fino ad arrivare ad avere lo psicologo di base. «Saranno cinque anni stimolanti», conclude, lasciando intendere che la sfida è appena iniziata. (redazione@corrierecal.it)

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