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opposizioni in trincea

La lunga notte dello Statuto: passano Giunta larga e sottosegretari

Notte di dibattito acceso. Critiche sul metodo, dubbi sul referendum, e un clima politico che si inasprisce in vista della lettura finale

Pubblicato il: 21/11/2025 – 8:58
di Paola Suraci
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La lunga notte dello Statuto: passano Giunta larga e sottosegretari

REGGIO CALABRIA È stata una lunga notte istituzionale quella che ha accompagnato il voto sulla riforma dello Statuto regionale, conclusa all’1:07 dopo ore di interventi e tensioni crescenti. La maggioranza di centrodestra ha approvato l’ampliamento della Giunta regionale, da sette a nove assessori, e la reintroduzione dei sottosegretari, oltre alla nuova disciplina del referendum statutario, facendo pesare in modo evidente la compattezza dei numeri su un’opposizione che ha contestato sia il merito sia il metodo. E non è finita: come previsto dalle norme, la riforma dovrà tornare in Aula per un secondo e decisivo passaggio, che si annuncia già come una nuova prova politica per la coalizione di governo.

Lo scontro in aula

Sin dall’illustrazione del relatore Domenico Giannetta, che ha presentato l’intervento come un adeguamento «di natura tecnica» e «senza nuovi o maggiori oneri per la Regione», le opposizioni hanno contestato il quadro tracciato dalla maggioranza. Dai banchi della minoranza l’opposizione è stata netta, con voci che hanno denunciato come l’ampliamento della Giunta e la reintroduzione dei sottosegretari rispondano più a logiche interne alla maggioranza che alle vere priorità dei cittadini. Elisa Scutellà (M5S) ha parlato di «scelte politiche mascherate da adeguamento tecnico», mentre Ernesto Francesco Alecci (Pd) ha messo in dubbio la rapidità dell’iter e sollecitato un maggiore coinvolgimento delle Commissioni. Giuseppe Falcomatà (Pd) ha ricordato che si tratta di facoltà, non di obblighi, mentre Rosellina Madeo (Pd) ha espresso perplessità circa la tempistica e le modalità con cui la proposta viene sottoposta all’Assemblea, sottolineando l’assenza di un adeguato passaggio in Commissione e la rapidità con cui si è giunti alla discussione in Aula. La consigliera del Pd rileva inoltre che la modifica statutaria, che consente l’aumento degli assessori e l’introduzione dei sottosegretari, viene accompagnata da un ulteriore provvedimento volto a limitare la possibilità di ricorso allo strumento referendario da parte dei cittadini, configurando così un’operazione che, nel suo complesso, riduce gli spazi di partecipazione democratica. Filomena Greco ha sottolineato la frettolosità e la mancanza di trasparenza nel procedimento, invitando a rispettare le regole istituzionali e a garantire un reale confronto democratico.
Dalla maggioranza, i toni erano di difesa e rassicurazione: Marco Polimeni (Forza Italia), ha sottolineato che l’adeguamento è conforme alla legge nazionale e praticato anche in altre Regioni, mentre Orlandino Greco (Lega Salvini) ha respinto le accuse di “poltrone”, parlando di scelta legittima del Presidente. Vito Pitaro e Riccardo Rosa (entrambi di Noi Moderati) hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di concentrarsi sulle priorità della Calabria più che sulle polemiche politiche. Angelo Brutto (Fratelli d’Italia) ha precisato che non vi è stata alcuna urgenza impropria nell’iter della modifica statutaria in discussione. Poi ha aggiunto che «la seduta odierna rappresenta la prima lettura del provvedimento, cui seguirà una seconda lettura a distanza di sessanta giorni, come previsto dalla normativa vigente», e ha sottolineato che la proposta si limita a recepire una disposizione di legge statale, su cui sembra esservi un consenso di fondo.

La modifica dello Statuto regionale

Durante il dibattito in Aula, la questione del referendum popolare sullo Statuto regionale ha assunto una forte valenza politica. La maggioranza ha chiarito che il voto dei cittadini è previsto solo in caso di approvazione totale o sostituzione integrale dello Statuto, mentre modifiche parziali, come l’allargamento della Giunta, ne restano escluse. È stato spiegato l’intero iter procedurale: raccolta e autenticazione delle firme, verifica della regolarità, indizione e svolgimento del referendum, con regole precise per garantire trasparenza, pluralismo e tutela delle minoranze consiliari. La minoranza ha espresso preoccupazione: escludere le modifiche parziali dal referendum confermativo rischia di limitare il controllo diretto dei cittadini sulle scelte fondamentali della Regione e ridurre la trasparenza dell’azione amministrativa. È stato sottolineato che ogni cambiamento dello Statuto dovrebbe essere sottoposto, quando possibile, al giudizio dei cittadini, a garanzia della partecipazione democratica. Il voto finale ha confermato la distanza tra i due fronti.
La seduta notturna lascia dietro di sé un quadro politico diviso e un giudizio già consolidato: la maggioranza ha scelto di andare avanti con decisione, affidandosi alla forza dei numeri; l’opposizione ritiene che il processo sia stato troppo rapido e privo delle necessarie garanzie deliberative. E ora tutto si giocherà sul secondo passaggio statutario, che potrebbe riaccendere, con gli stessi toni, una discussione che ha già mostrato – forse più dell’esito stesso della votazione – la distanza tra i due poli del Consiglio regionale. (redazione@corrierecal.it)

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