Traffico di reperti archeologici, 74 indagati. Depredato anche un sito in Calabria
I tombaroli hanno trafugato reperti a Roccelletta di Borgia, nel Catanzarese. Colpiti 19 siti siciliani. In 12 sono finiti in carcere

C’è anche un sito archeologico calabrese nella lista di quelli “depredati” emersa dall’inchiesta condotta in Sicilia. L’operazione ha portato all’arresto di 55 persone per un totale di 74 indagati. I “tombaroli” avrebbero violato 20 siti archeologici in Sicilia e uno in Calabria, a Roccelletta di Borgia, nel Catanzarese. In 12 sono finiti in carcere, 35 agli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari di Catania, Simona Ragazzi, ha fissato gli interrogatori preventivi che si terranno dal 25 al 29 novembre prossimi. Per il procuratore aggiunto Fabio Scavone e il sostituto Giovanni Gullo, ci sarebbero state due associazioni per delinquere finalizzate «alla commissione di una pluralità di delitti in materia di beni culturali e contro il patrimonio» che eseguivano «scavi archeologici senza alcuna concessione» per «impossessarsi di beni culturali». Alcuni dei reperti sottratti, come 46 preziose monete risalenti tra la fine del V e del III secolo avanti Cristo, sarebbero state vendute nel 2021 a una casta d’aste tedesca, a Monaco di Baviera, e sarebbero state ‘battute’, complessivamente, per oltre 42 mila euro. Parte di questi beni archeologi trafugati sarebbero stati sequestrati dalla magistratura tedesca, in esecuzione di un ordine giudiziario europeo, emesso dalla Procura di Catania. Un altro caso simile è stato registrato a Londra, con la vendita all’asta di 39 monete siciliane di epoca greca, procurate da uno degli indagati, accusato di ricettazione, tra giugno 2021 e marzo 2022, sarebbero state ‘battute’ per oltre 150mila sterline. E, secondo l’accusa, non sarebbero state le uniche vendite all’asta a Londra di beni archeologici trafugati in Sicilia. In una vendita fatta nell’isola, alcuni pezzi sono stati venduti per 20mila euro, grazie alla falsificazione dei certificati di provenienza Complessivamente nel provvedimento con cui si chiedono misure cautelari per 54 indagati la Procura contesta 292 episodi. L’inchiesta si basa su indagini dei carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio archeologico che hanno raccolto gli esiti dei loro accertamenti in un’informativa di oltre 1.700 pagine.
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