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la recensione

Il brutto anatroccolo

L’ultimo lavoro del giornalista e scrittore Filippo Veltri

Pubblicato il: 27/11/2025 – 18:41
di Bruno Gemelli
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Il brutto anatroccolo

Filippo Veltri, giornalista di lungo corso e di altrettanta pazienza, formato in una solida cultura progressista, senza farsi distrarre dalle mosche cocchiere che di volta in volta gli si frappongono davanti, mostra una rinnovata energia quando fa propria, ancora una volta, il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà. Cioè, il broccardo gramsciano che esprime una visione dialettica: si deve usare la ragione per analizzare lucidamente le difficoltà e le contraddizioni della realtà, ma si deve mantenere un ottimismo della volontà per agire e superarle, senza farsi paralizzare dalla sfiducia e senza non farsi ingannare da illusioni o da un ottimismo superficiale che ignora i problemi reali.

Da qui l’atteggiamento di Veltri che ha le spalle larghe per non cadere nella trappola dell’ottimismo a buon mercato. Da qui, anche, la necessità di assumere, di volta in volta, un atteggiamento di vigilanza e, quando serve, di autocritica.
Nella scrittura di Veltri si coglie sempre un retroterra culturale che si adatta molto bene alla contingenza politica, che ci ricorda che siamo un popolo di contemporanei, in grado di vedere le cose lucidamente ma, nello stesso tempo, di agire non sempre e non tanto con sufficiente lucidità.

Se non fosse così non si capirebbe come si fanno i piccoli passi avanti nel momento in cui, anche senza accorgercene, o meglio prendendone paradossalmente atto.
Il pensatore calabrese, quello a cui tocca misurare giornalmente i nervi scoperti della società mentre crolla tutto intorno, coglie l’impensabile e l’imponderabile.
Veltri, forgiato nelle contraddizioni della sinistra, ha la pazienza di cogliere i piccoli e i piccolissimi segnali, quando, evidentemente, ci sono. Insomma, Veltri non butta niente. Neppure la metafora del “Brutto anatroccolo”, che sdrammatizza il tanto che basta. Anche il poco serve a fare passi avanti, quando realmente ci sono.

Il suo ultimo lavoro si chiama: “Il brutto anatroccolo. Il caso Calabria. Tra degrado e narrazione fasulla” (Mediabooks, 2025). Conta di 19 capitoli che corrispondono ad altrettanti editoriali che l’Autore ha licenziato sui media negli ultimi mesi. Il saggio si avvale della prefazione di Santo Strati che assume il ruolo di mentore/editor. Il libro ha 95 pagine ed è arricchito da un’intervista che Emiliano Morrone ha fatto a Gioacchino Criaco, l’autore di “Anime nere”. Morrone, nell’ultima domanda chiede a Criaco: «Che cosa si augura Gioacchino Criaco per il futuro della Calabria e dei calabresi?». Risposta: «Che sia debellato il pericolo che ci incombe ad­dosso, la nostra estinzione come civiltà, di essere già tutti andati nel giro di pochi decenni».

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