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Morto a Lamezia in attesa dell’ambulanza, lo sdegno di Tribunale per i diritti del malato e Cittadinanzattiva

Psi: «In Calabria – ultima regione d’Italia anche nei tempi d’attesa dei mezzi in gran parte privi di medici – si muore così, Meloni lo sa?»

Pubblicato il: 30/11/2025 – 22:14
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Morto a Lamezia in attesa dell’ambulanza, lo sdegno di Tribunale per i diritti del malato e Cittadinanzattiva

LAMEZIA TERME “Colpito presumibilmente da infarto, un uomo di 57 anni è morto tra le braccia del figlio quindicenne mentre erano in attesa dell’ambulanza del 118, che però è arrivata dopo mezzora e, peraltro, senza medico a bordo” (QUI LA NOTIZIA). È accaduto  a Lamezia Terme e in una nota Fiore Isabella, responsabile Tribunale per i Diritti del Malato, e Felice Lentidoro coordinatore territoriale di Cittadinanzattiva, denunciano che “non è più tollerabile che ciò avvenga e che nessuno ne porti la responsabilità. Le forze politiche che governano questa sfortunata regione al di là del cordoglio alle famiglie, vittime della loro incuria, non sanno che altro fare. Eppure pare che non siano trascorsi cinque anni di governo e altrettanti non ne debbano passare, per individuare le criticità che stanno demolendo l’impianto sociale, da tempo sofferente, della sanità pubblica calabrese.  E non si tratta di avvicendare la gestione del sistema sanitario nazionale consegnando quello che ancora rimane di pubblico a quello privato a beneficio di coloro che possono, “fregandosene” di coloro che non ce la fanno”.
Per Isabella e Lentidoro “lo scempio delle morti assolutamente evitabili come quella del cinquantasettenne morto tra le braccia del figlio e delle ormai troppe tragedie,  dovrebbero far riflettere la politica e ancor di più il super commissario alla sanità regionale Occhiuto, confortato dal recente sostegno elettorale del suo popolo assolvente. Il diritto alla salute di tutti, soprattutto di quelli che non possono, messo a repentaglio da piani contabili di rientro, da medici ed infermieri che non bastano, da interminabili liste di attesa, da calendari per le prenotazioni delle prestazioni specialistiche  e degli accertamenti strumentali non pervenuti, dalla medicina di emergenza agonizzante con ambulanze demedicalizzate, che si presentano, ormai troppo frequentemente, da chi sta morendo solo con l’autista e l’infermiere. Come Tribunale per i Diritti del Malato della rete di Cittadinanzattiva e come Cittadinanzattiva di Lamezia Terme, impegnati sistematicamente a segnalare le criticità che vive l’utenza nel nostro territorio, non possiamo limitarci a manifestare la nostra sentita e dovuta  partecipazione al dolore di una famiglia vittima di una tragedia. Non basta! Dobbiamo sollecitare chi governa la Regione Calabria, e la politica nel suo complesso,  ad assumersi le  responsabilità verso coloro che per continuare a vivere non devono sempre aspettare Godot“. 
Ma lo sdegno sull’ultimo di una serie di eventi simili di malasanità arriva anche dai partiti: “Un uomo è morto vicino al figlio di 15 anni, perché l’ambulanza è arrivata con 40 minuti di ritardo. E non è un’eccezione: la Calabria è l’ultima regione d’Italia anche nei tempi di attesa delle autoambulanze, in gran parte prive di medici. Non sappiamo se quell’uomo si sarebbe salvato se il soccorso fosse arrivato in 15, 20 minuti, ma negli arresti cardiaci questo fa la differenza” afferma in una nota Luigi Incarnato, presidente nazionale di Avanti Psi. “Vorremmo chiedere a Giorgia Meloni – prosegue – se sa che in Calabria la sanità è questa, se considera la Calabria parte dell’Italia o residuale, se ritiene che tutto vada bene, se nella sua concezione di governo questa sia civiltà. Una regione in cui pochi mesi fa un uomo, che poteva essere salvato, è morto per infarto perché il soccorso montano in Calabria non esiste”. “Comprendiamo – conclude Incarnato – che per la presidente del Consiglio la Calabria, la terra di giganti come Giacomo Mancini, l’uomo che da ministro della sanità introdusse il vaccino antipolio per tutti i bambini italiani, probabilmente non conta nulla. Ma se ce lo dicesse apertamente almeno apprezzeremmo la sincerità”.

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