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Ponte, Tridico: «La Corte dei conti ci dà ragione. Governo pensi alle priorità di Calabria e Sicilia»

L’europarlamentare rivendica il ruolo del M5s sulle criticità del progetto e invita Meloni e Salvini a investire su alta velocità, Jonica ed ex 106

Pubblicato il: 30/11/2025 – 14:14
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Ponte, Tridico: «La Corte dei conti ci dà ragione. Governo pensi alle priorità di Calabria e Sicilia»

BRUXELLES «Le motivazioni delle bocciature sulla legittimità degli atti presentati dal governo e relativi alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, sono frutto anche del nostro lavoro. A gennaio scorso, insieme ad altri colleghi europarlamentari abbiamo presentato un’interrogazione alla Commissione Ue con la quale chiedevamo chiarimenti sulla conformità del progetto alle normative comunitarie e sulle carenze di studi approfonditi connessi a rischi e impatti ambientali. Adesso apprendiamo che le motivazioni dei magistrati contabili che hanno rifiutato di registrare la delibera Cipess su cui si poggia l’iter procedurale dell’infrastruttura, colpisce quell’atto su fronti che avevano segnalato con l’interpellanza parlamentare, come la violazione della direttiva Habitat alla normativa continentale sugli appalti e la conformità del progetto». A dirlo è l’europarlamentare calabrese del M5s Pasquale Tridico. «Certo – aggiunge – abbiamo centrato un grande risultato sul piano politico e nonostante il governo continui ad andare dritto per una strada che Calabria e Sicilia non vogliono imboccare, non si può pretendere che il ponte sia costruito coi soldi dei calabresi e dei siciliani, come evidenziato Salvini, a cui abbiamo chiesto di dimettersi. Meloni ed il suo ministro dei Trasporti pensino piuttosto a infrastrutturare il sud Italia, ma con opere nevralgiche per lo sviluppo, come l’alta velocità, la conclusione dell’elettrificazione della ferroviaria jonica, la progettazione ed il finanziamento della nuova statale 106 nei lotti da Rossano a Crotone e da Catanzaro a Reggio Calabria, la riqualificazione delle reti viarie delle aree interne. Queste sono le infrastrutture prioritarie, necessarie, e non di certo il più imponente degli ecomostri che questo governo vuole appioppare con la forza in un luogo che invece dovrebbe rientrare tra i patrimoni dell’umanità riconosciuti dall’Unesco».

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