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il patrimonio

Maxi confisca da 3 milioni a usuraio ritenuto vicino alla ‘ndrangheta

Avrebbe riciclato denaro per le mafie

Pubblicato il: 01/12/2025 – 9:12
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Maxi confisca da 3 milioni a usuraio ritenuto vicino alla ‘ndrangheta

Il patrimonio di un usurario romano ritenuto vicino ai boss della ‘ndrangheta, della mafia siciliana e della banda della Magliana è stato confiscato in via definitiva su provvedimento emesso dal tribunale di Roma ed eseguito dalla divisione Anticrimine – sezione Misure di prevenzione patrimoniali – della questura di Roma. La confisca, divenuta definitiva con la pronuncia della Corte di Cassazione, riguarda immobili e disponibilità finanziarie giacenti su diversi rapporti bancari. Tra i beni entrati ora a far parte del patrimonio dello Stato, figurano un complesso immobiliare a Rocca di Papa, in provincia di Roma, adibito ad albergo – ristorante, assegnato alla Protezione Civile, un immobile nel capitale nella zona della Magliana, disponibilità finanziarie giacenti su diversi rapporti creditizi per un valore complessivo di oltre 300.000 euro. A subire il provvedimento un romano di 83 anni, dedito fin dagli anni ’70 a attività usurarie e di riciclaggio di capitali illeciti per conto della ‘ndrangheta, della camorra e di cosa nostra nonché nell’interesse della banda della Magliana. Durante un interrogatorio si era definito “uomo liquido”, soggetto cioè a disposizione di diversi sodalizi criminali, con il compito di riciclarne gli enormi proventi illeciti. Con le sue vittime dell’attività usuraria si vantava dei suoi rapporti stretti con i vertici della banda della Magliana e della mafia siciliana. L’uomo era finito all’attenzione della divisione Anticrimine, dopo un’operazione del 2021, assieme un calabrese, insediatosi nella zona dei Castelli Romani e inserito in pericolosissimi contesti di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, operante nel mandamento tirrenico, facenti capo alla cosca Piromalli di Gioia Tauro, che aveva investito i proventi dei reati di bancarotta fraudolenta e delle seriali intestazioni fittizie di beni con finalità elusive o agevolative, in complessi immobiliari. Per i due il Tribunale su proposta del questore di Roma avanzata ai sensi della normativa antimafia, a maggio del 2023 aveva ordinato la confisca di un compendio patrimoniale del valore di oltre 3 milioni di euro. (Ansa)

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