LAMEZIA TERME Un messaggio di «determinazione e forza» quello portato agli studenti del liceo “Campanella-Fiorentino” di Lamezia Terme dalla campionessa paralimpica di triathlon Anna Barbaro, simbolo dello sport italiano e orgoglio calabrese. Il suo invito ai ragazzi è chiaro: «Affrontate quotidianamente i limiti e gli ostacoli che la vita ci pone davanti». Presente all’evento “Chiediti se sono felice”, organizzato in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, Barbaro racconta la sua storia «sportiva e di vita», un cammino fatto di sacrifici, successi e sorrisi. «Ho fatto due Paralimpiadi che mi hanno portato alla ribalta e mi hanno permesso di essere qui a portare un messaggio importante ai ragazzi», spiega a margine dell’iniziativa, promossa con la collaborazione della Polizia di Stato di Catanzaro, della Prefettura, della Regione Calabria e dell’Asp.

«Ai giovani bisogna dare la forza, il limite è solo nella testa»

Le medaglie sono tante: dal nuoto all’atletica, fino al triathlon. «Quella più importante è stata sicuramente la medaglia d’argento paralimpica a Tokyo, anche se le partecipazioni e gli ori mondiali e gli argenti mondiali non è che fanno proprio schifo», sorride Anna. Poi si fa seria, dolce: «La medaglia più grande è la mia medaglia privata, che è la mia famiglia e mia figlia. È stata la cosa più grande ricevuta, perché ha significato che la vita va avanti». Il suo appello è per le nuove generazioni: «Ora spazio ai giovani: bisogna dare forza a loro, far capire che il limite è solo nella testa. Si deve andare oltre ciò che sembra un ostacolo: superarlo e farlo diventare un punto di forza. A me è successo con la medaglia paralimpica, che mi ha dato la forza di vivere una vita piena».

La danza che illumina il buio

Accanto ad Anna, l’energia e la gioia di Giusi Sbaglio e Giuseppe Guercio, ballerini paralimpici reduci dal programma “Ballando con Le Stelle – On the road”. «Io e Giuseppe abbiamo realizzato un sogno», racconta Giusi. «Il mio era ballare in una trasmissione che seguo da 20 anni: dieci da persona in piedi e dieci da persona in carrozzina». Un racconto che inizia nel dolore: «Purtroppo, dieci anni fa una lesione midollare mi ha costretta in carrozzina. Dal buio alla luce, attraverso la danza paralimpica». Davanti ai ragazzi, Giusi ribadisce che le vere barriere non sono quelle fisiche: «Le barriere non sono una carrozzina, ma quelle che troviamo per raggiungere dei posti. Io dico sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno. La vita ci ha tolto, ma non possiamo piangere su ciò che abbiamo perso: di ciò che ci resta dobbiamo fare un punto di forza. E per noi oggi quel punto di forza è la danza».

Il sogno realizzato

Una storia che trova una svolta proprio a Lamezia Terme, dove entrambi si presentano al provino per la trasmissione di Milly Carlucci. «Giuseppe non sapeva neanche che io avessi mandato il video», ride Giusi. «Quando poi sono stata contattata, quasi non potevo crederci». L’esito è da film: «Ironia della sorte, io sono di Gragnano, Giuseppe di Somma Vesuviana, ma siamo venuti qui a Lamezia a fare il provino. Siamo stati scelti con una standing ovation da Milly Carlucci e tutto il suo staff. Dopo averci visto ballare ci hanno detto che ci avrebbero voluto vedere a Roma. E così è stato». «Un’emozione indescrivibile». (g.curcio@corrierecal.it)

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