Consiglio regionale, il “gioco ad incastri” delle Commissioni. Le “manovre” nella maggioranza
Domani la Conferenza dei capigruppo potrebbe schiarire il quadro. Nel centrodestra aspirazioni e fibrillazioni. Le ipotesi in campo. Opzione Vigilanza alla minoranza

LAMEZIA TERME Una partita a scacchi e un gioco ad incastri. Entra nel vivo una delle fasi (politiche) più delicate della legislatura, quella della composizione delle otto Commissioni del Consiglio regionale (sei permanenti e due speciali, la Vigilanza e l’Anti-‘ndrangheta). Domani il dossier avrà uno step importante nella Conferenza dei capigruppo convocata dal presidente di Palazzo Campanella Salvatore Cirillo con l’obiettivo di calendarizzare la seduta nella quale procedere all’elezione degli uffici di presidenza delle Commissioni, seduta che – si dice – potrebbe tenersi tra il 10 e l’11 dicembre. Si vedrà, come ovviamente si vedrà in che modo la maggioranza di centrodestra troverà la quadratura del cerchio, una “mission” al quale in questi giorni, a fari piuttosto più spenti che accesi ma comunque accesi, stanno lavorando i big della coalizione. Secondo quanto riferiscono fonti qualificate della maggioranza, al momento a parte fibrillazioni e schermaglie definite comunque fisiologiche e una certa confusione, anche questa peraltro rubricata come normale, le trattative starebbero procedendo secondo una direzione più metodologica che nominalistica. Una distribuzione di massima delle caselle ci sarebbe ma non sarebbe ancora definita né definitiva perché ovviamente le richieste e le ambizioni dei partiti sono diverse e non collimanti.
Trattative e scenari
Un dato che al momento ancora “resisterebbe” sarebbe quello della presidenza della Vigilanza riservata all’opposizione di centrosinistra, secondo una prassi consolidata (ma non sempre rispettata): ovviamente se nel centrodestra i conti non dovessero tornare, anche questa volta la prassi potrebbe saltare. Sul piano degli equilibri, alla luce dei “rapporti di forza” dopo il voto, Forza Italia-Occhiuto Presidente dovrebbe avere un numero di presidenze superiore agli alleati, minimo 3-massimo 4, una a testa quindi Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati. Ma Fratelli d’Italia avrebbe già rivendicato due presidenze, anche “pesanti” (Bilancio e Sanità) e questo avrebbe un po’ irrigidito le prime trattative, soprattutto con gli azzurri: secondo i bene informati, alla fine FdI potrebbe avere una sola presidenza comunque di peso, a meno che una postazione non venga lasciata libera dagli alleati (si dice che Noi Moderati potrebbe optare solo per l’assessore nella seconda fase della Giunta Occhiuto ma è solo una voce). Forza Italia-Op comunque dovrebbe avere la precedenza nella scelta, con una certa tendenza iniziale in favore di rappresentanti dell’area centrale come Sergio Ferrari (indicato per la presidenza della Commissione Bilancio): e poi a seguire Rosaria Succurro, Marco Polimeni, Emanuele Ionà ed Elisabetta Santoianni. Per FdI un “papabile” viene indicato Filippo Pietropaolo, per la Lega una presidenza scatterebbe per Orlandino Greco, per Noi Moderati a Riccardo Rosa. Quanto alla Vigilanza, se toccherà all’opposizione la presidenza potrebbe andare al M5S, con una tra Elisa Scutellà (peraltro già capogruppo) e la new entry Elisa Barbuto. Ma al momento questi sono solo schemi, probabili ma non esaustivi. Domani il primo step nella Capigruppo schiarirà – almeno si spera – il quadro, probabilmente dopo l’Immacolata ci sarà la definitiva quadratura del cerchio. E non è escluso che nel frattempo si proceda anche a una rivisitazione dell’architettura delle Commissioni, con qualche “spostamento” di materie dall’una all’altra per bilanciare il peso delle competenze, il tutto da formalizzare con un provvedimento da portare in aula nel prossimo Consiglio: un’esigenza che già nella passata legislatura si era manifestata e che anche in questa legislatura si sta manifestando. (a. cant.)
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