A Polistena, il Consiglio comunale dice no al depotenziamento dell’ospedale
Una mozione chiede lo stop immediato al progetto di aziendalizzazione unica e un piano straordinario per personale, sale operatorie e reparti

Una sala gremita, una tensione palpabile e una comunità che sceglie di non restare in silenzio. Il Consiglio comunale aperto sulla sanità, convocato a Polistena, si è trasformato in una grande assemblea popolare contro le scelte calate dall’alto. A guidare politicamente questa battaglia è stato il sindaco Michele Tripodi, che ha assunto il ruolo di portavoce di un intero territorio. Accanto a lui siedono altri sindaci della Piana di Gioia Tauro, il consigliere regionale Ferdinando Laghi, rappresentanti delle associazioni, comitati civici, operatori sanitari e soprattutto centinaia di cittadini. Una partecipazione ampia, trasversale, che ha trasformato l’aula in un messaggio politico inequivocabile: l’ospedale di Polistena non si tocca.
Nel mirino dell’assemblea c’è l’ipotesi dell’incorporazione forzata dello spoke di Polistena nel Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria secondo quanto emerge dal documento approvato in Consiglio Regionale, a firma del presidente Occhiuto, denominato “Programma di governo”, nel quale si legge testualmente: “L’obiettivo sarà quello di accorpare tutti gli ospedali provinciali (sia spoke che Hub) sotto uniche aziende ospedaliere (AOP), con le Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) che invece saranno specializzate esclusivamente sull’assistenza territoriale”. Una scelta che, secondo quanto emerso con forza in Consiglio comunale aperto, produrrebbe uno stravolgimento totale della sanità provinciale. Un modello che, dietro la retorica della razionalizzazione, rischia di allontanare ancora di più i centri decisionali dai territori e di condannare la Piana a un ruolo di periferia sanitaria.
Un ospedale indispensabile ma in sofferenza
Una seduta infuocata, partecipata, che ha messo nero su bianco una verità scomoda: l’ospedale di Polistena è indispensabile, ma viene lasciato tra carenze croniche, cantieri infiniti e personale sottodimensionato. Il sindaco Tripodi ha parlato senza ambiguità di una battaglia che non riguarda solo Polistena, ma l’intera area della Piana. Ha difeso il valore strategico dell’ospedale, definendolo un presidio indispensabile per garantire il diritto alla salute di decine di migliaia di cittadini. E ha ricordato come, nonostante mille difficoltà, gli operatori sanitari continuino a reggere reparti e servizi con uno spirito di sacrificio che va oltre ogni misura. L’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio comunale, ed inviato al presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto (trasmesso anche a tutta la giunta regionale e al presidente del consiglio regionale, al ministro della Salute, al prefetto di Reggio Calabria oltre che al dipartimento regionale per la tutela della salute e ai direttore dell’Azienda sanitaria provinciale e al direttore sanitario dell’ospedale di Polistena), entra nel merito con una fotografia durissima della realtà. L’ospedale di Polistena, che nel 2023 ha raggiunto risultati tra i più alti della Calabria per interventi chirurgici e per il punto nascita, con oltre mille parti annui, continua a reggere numeri enormi anche in Radiologia e al Pronto soccorso, con decine di migliaia di accessi ogni anno. Ma tutto questo avviene con organici largamente incompleti. Mancano medici, infermieri e tecnici in quasi tutti i reparti, in particolare in Anestesia e Rianimazione, al Pronto soccorso, in Radiologia, Ostetricia, Pediatria, Ortopedia e Cardiologia. Una carenza strutturale che costringe a comprimere i posti letto e a lavorare in condizioni di emergenza permanente. Come se non bastasse, da mesi l’ospedale è paralizzato anche dal cantiere delle sale operatorie, che ha ridotto drasticamente l’attività chirurgica programmata. Gli interventi urgenti assorbono quasi tutta la capacità residua, mentre le liste d’attesa si allungano e i cittadini vengono di fatto spinti verso la sanità privata o la mobilità fuori regione. Nel 2024, proprio a causa di questa situazione, gli interventi chirurgici a Polistena hanno registrato un crollo stimato attorno al trenta per cento. Una ferita pesantissima per un territorio già fragile.
Territorio scoperto e personale a rischio
Nel documento approvato dal Consiglio emerge anche tutta la fragilità della sanità territoriale della Piana. I Centri di salute mentale sono al collasso, molti consultori di fatto non sono più operativi, le guardie mediche sono in sofferenza, l’assegnazione dei medici di base è sempre più problematica nei piccoli comuni. La situazione del 118 è definita addirittura drammatica: la postazione di Polistena opera da tempo senza medico a bordo e con un solo autista, mentre la centrale operativa di Reggio Calabria è stata soppressa e il coordinamento è stato spostato a livello regionale, con ambulanze costrette a intervenire anche fuori provincia, nel Vibonese, in nome di una centralizzazione che sta mostrando tutti i suoi limiti. Su questo già pesantissimo scenario si innesta l’allarme lanciato dal presidente del Tribunale per i diritti del malato, Pino Mammoliti, che ha denunciato pubblicamente il caso dei 40 infermieri in servizio tra Locri, Melito, Gioia Tauro e Polistena che rischiano di perdere il posto per il mancato rinnovo del contratto. Professionisti assunti con un atto deliberativo del 4 aprile 2025 per garantire i livelli essenziali di assistenza e ora abbandonati nel silenzio delle istituzioni. “Usati come gratta e vinci”, li ha definiti Mammoliti, parlando di un’operazione elettorale sulla pelle dei lavoratori e dei malati.
Nel Consiglio comunale si è parlato anche di futuro e di scelte politiche mancate. La realizzazione delle Case e degli Ospedali di comunità finanziati dal PNRR procede a rilento e, soprattutto, nessuno spiega con quale personale dovrebbero essere messi in funzione. Nella Piana, ricorda il documento, servirebbero almeno cinquecento posti letto per garantire standard minimi di assistenza, mentre si continua a ridurre, comprimere, razionare.
La moratoria contro l’accorpamento e le richieste
Per questo il Consiglio comunale di Polistena ha lanciato una vera “moratoria di ogni disegno di accorpamento dell’ospedale di Polistena con gli ospedali hub e di ogni ipotesi di aziendalizzazione unica provinciale che, sulla scorta di quanto accaduto con Azienda Zero, rischia di assumere connotati gestionali di stampo verticistico, rendendo ancora più distanti i presidi ospedalieri situati fuori dai capoluoghi, come accaduto per l’utilizzo delle graduatorie provinciali in essere”.
Ed ancora ha avanzato delle richieste dirette al presidente della Regione: avviare un piano serio di assunzioni stabili, prorogare i contratti in scadenza, porre fine all’uso massiccio dei gettonisti, chiudere finalmente i lavori delle sale operatorie entro una data certa, investire davvero sull’edilizia sanitaria, attivare i reparti mai nati – dall’Oncologia alla Neurologia, dall’Urologia alla Neonatologia – e restituire dignità alla sanità territoriale della Piana.
Il consigliere regionale Ferdinando Laghi, intervenuto in aula, ha ricordato come già in passato gli accorpamenti delle ASL abbiano prodotto più problemi che soluzioni e come la sanità, per funzionare davvero, debba restare vicina ai cittadini e non essere gestita da strutture lontane e verticistiche. Sulla stessa linea gli altri amministratori presenti, che hanno parlato apertamente di una deriva autoritaria nel governo della sanità e della necessità di potenziare, non depotenziare, gli ospedali della Piana.
Alla fine, ciò che resta di questa serata non è solo un documento approvato all’unanimità. Resta l’immagine di una comunità che si stringe attorno al suo ospedale, di un sindaco – Michele Tripodi – che mette la fascia al servizio di una battaglia collettiva, di un territorio che rifiuta di essere trattato come periferia sacrificabile perché dietro la parola rassicurante “riorganizzazione” si nasconde, ancora una volta, il rischio concreto di un ridimensionamento silenzioso. Per difendere il diritto alla salute. (redazione@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato