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Comuni sciolti per mafia e aumento delle interdittive tra «democrazie sospese e morte delle imprese»

Il docente Unical: «La disciplina che governa lo scioglimento dei consigli comunali per mafia è lacunosa, ma si sta lavorando»

Pubblicato il: 06/12/2025 – 18:01
di Fabio Benincasa
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Comuni sciolti per mafia e aumento delle interdittive tra «democrazie sospese e morte delle imprese»

COSENZA L’ingerenza delle mafie nel territorio nazionale e sovranazionale è un fenomeno assai radicato a causa della capacità camaleontica delle organizzazioni criminali di adattarsi al mutevole contesto sociale ed economico. Sbaglia chi pensa ad un rapporto inesistente tra i fenomeni criminali locali e quelli internazionali. Troppo spesso l’attenzione è rivolta alle azioni criminali che riempiono le pagine delle inchieste, alle immagini dei blitz, ai carichi di armi e droga sottoposti a sequestro. Immagini nitide che restituiscono la realtà dell’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto al malaffare. Tuttavia, quello che appare meno evidente è l’inevitabile risvolto sociale collegato e collegabile all’agire mafioso, al radicamento della cultura criminale nel territorio. Temi al centro del convegno nazionale della Società italiana contro le mafie, la Sisma, che ha scelto l’Università della Calabria per dedicare una giornata di formazione, studio, e approfondimento ad un «fenomeno ancora silenzioso», dice al Corriere della Calabria il professore Renato Rolli, docente all’Unical.

Democrazie sospese

Già consulente Parlamentare della Commissione Antimafia e due volte commissario per il concorso in Magistratura, Rolli è autore del libro “Il comune degli altri” dedicato allo scioglimento degli organi di governo degli enti locali per infiltrazioni mafiose. «Il numero di consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose è notevole, non è in decrescita, abbiamo consigli sciolti una, due, tre, anche quattro volte e il numero delle interdittive antimafia è in netto aumento, questo genera due effetti e due fenomeni terribili: da un lato la sospensione delle democrazie locali, dall’altro la morte dell’impresa». Le recenti tornale elettorali hanno confermato la difficoltà da parte degli elettori a ritrovare fiducia nelle istituzioni. Non solo, la percentuale in netto aumento di chi rinuncia a presentarsi alle urne, al diritto al voto, all’espressione di un consenso ma anche il distacco rispetto alla politica. «Si crea un cortocircuito e questo è dovuto a una serie di elementi giuridici: la disciplina che governa lo scioglimento dei consigli comunali per mafia è lacunosa, devo dire che si sta lavorando – ognuno per la propria parte – a modificarla e credo si sia arrivati a maturare la convinzione che debba essere totalmente cambiata», sostiene Rolli. «Non posso dare troppe anticipazioni – aggiunge il docente – ma nel 2026 ci saranno delle novità in tal senso. La stasi della democrazia è un fenomeno che preoccupa».

Il “caso” San Luca

Molte le amministrazioni comunali paralizzate da scioglimenti e commissariamenti, il “caso” San Luca è emblematico. «Non è il solo, San Luca ha una storia più lunga rispetto ad altri comuni e questo dimostra che la norma non funziona e che non funziona nemmeno l’istituto del commissariamento perché scolla ancora di più la società dalle istituzioni», suggerisce Rolli. Che chiosa: «Non c’è cosa più grave della perdita di fiducia tra società e istituzioni e questo rapporto deve essere invece rinsaldato, gli strumenti si stanno implementando». (f.benincasa@corrierecal.it)

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