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il provvedimento

Consiglio regionale, ecco come cambia (finalmente) l’assetto delle Commissioni permanenti

La “Riforme”, rivelatasi un flop, ritorna nell’alveo della prima. La “Quinta” si occuperà di istruzione, cultura, sport, politiche giovanili. Testo condiviso da tutta l’assemblea

Pubblicato il: 13/12/2025 – 13:34
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Consiglio regionale, ecco come cambia (finalmente) l’assetto delle Commissioni permanenti

LAMEZIA TERME Verrebbe da dire finalmente… Giorni contati per la quinta Commissione del Consiglio regionale, la Commissione “Riforme”, anche questa un “oggetto misterioso”, soprattutto negli ultimi anni. In vista infatti – come anticipato nei giorni scorsi dal Corriere della Calabria – c’è una riorganizzazione complessiva dell’assetto delle Commissioni permanenti del Consiglio regionale che risponde alla necessità di una maggiore razionalità nella distribuzione delle competenze  e un “peso” più proporzionato tra le stesse Commissioni, alla luce anzitutto della sostanziale inutilità della “Quinta”, determinata soprattutto dall’indeterminatezza delle sue competenze, di fatto già rientranti nell’alveo della prima Commissione). E infatti la riorganizzazione – contenuta in una proposta di provvedimento amministrativo sottoscritta da tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza, e quindi condivisa – punta proprio a riportare la materia “Riforme” tra quelle di competenza della prima Commissione e assegnare alla “Quinta” una nuova strutturazione.

La modifica

La proposta di provvedimento amministrativo, che punta a modificare il Regolamento del Consiglio regionale, «si rende necessaria – si legge nella relazione illustrativa – al fine di meglio organizzare ed ottimizzare il lavoro delle Commissioni consiliari, cuore pulsante dell’attività legislativa della Regione Calabria. Nello specifico, per una migliore armonizzazione delle competenze, si attribuisce alla I Commissione consiliare la materia delle riforme, attualmente nell’alveo della V Commissione consiliare, alla quale verranno demandate, invece, l’istruzione, le attività culturali, sport e politiche giovanili, che costituiscono un importante patrimonio intangibile del nostro territorio. Pertanto, viene dotata la massima Assise calabrese di una Commissione consiliare che tratti esclusivamente le problematiche di questi settori vitali dell’economia regionale, rendendo più semplice lo sviluppo di nuove politiche che possano essere maggiormente incisive, al fine di rafforzare il ruolo della Calabria nel contesto istituzionale di riferimento. Al contempo, si mantengono in capo alla III Commissione consiliare esclusivamente la sanità e le attività sociali e formative, settori importanti per il rilancio e lo sviluppo del nostro territorio». La proposta (consultabile alla fine dell’articolo) è sottoscritta dai capigruppo Giannetta (Forza Italia), Caputo (Occhiuto Presidente), Mattiani (Lega), Brutto (Fratelli d’Italia), Pitaro (Noi Moderati), Alecci (Pd), Greco (Casa Riformista), De Cicco (Democratici Progressisti), Scutellà (Movimento 5 Stelle), Bruno (Tridico Presidente). Sembra scontato che la proposta approdi (il 18 dicembre, secondo fonti accreditate) al prossimo Consiglio regionale, nel quale si voteranno anche le presidenze delle Commissioni.

Una Commissione “flop”

In definitiva, una proposta sicuramente “opportuna”, visto che la “Riforme” si era rivelata un flop nel corso degli anni. Agli inizi degli anni 2000 – legislatura Chiaravalloti – questa Commissione, sotto la guida di Paolo Naccarato, produsse un importante sforzo, definendo in pratica – giusto per dirne una – il testo dello Statuto oggi in gran parte in vigore, ma con il passare del tempo e delle legislature si è via via sbiadita, diventando di fatto soltanto una “casella” buona (anche se non molto ambita proprio per la sua indeterminatezza) da utilizzare nella distribuzione delle Commissioni tra i partiti. Il momento sicuramente più basso è stato nell’ultima legislatura: solo 18 sedute, in gran parte dalla durata “lampo”. Basti poi pensare che le ultime sostanziali modifiche dello Statuto – nel 2015 l’abbattimento del limite al numero degli assessori esterni, e oggi la possibilità di portare a 9 il numero dei componenti della Giunta – sono state realizzate direttamente in aula.  (a. c.)

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