Curcio: «Le cosche utilizzano sistemi sempre più all’avanguardia. Denunciare ha un valore inestimabile»
Il procuratore di Catanzaro a Crotone: «Necessarie maggiori risorse». Guarascio: «Mancano gli investimenti nella giustizia»

CROTONE «Quando sentiamo esponenti del governo dire che dobbiamo tornare a fare pedinamenti è evidente che non hanno consapevolezza di quello che accade e di come si sono evolute le organizzazioni criminali». Lo ha detto il procuratore della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Salvatore Curcio, nel corso di un incontro con gli studenti del liceo classico Pitagora di Crotone nell’ambito del progetto Scuola della Costituzione, promosso dall’Unical. Curcio, parlando dell’evoluzione della ‘ndrangheta, «passata da mafia rurale a mafia che investe nell’alta finanza», ha evidenziato come «le cosche utilizzino sistemi sempre più all’avanguardia per non farsi intercettare. Lo Stato c’è, si muove contro le mafia, ma il nostro è un continuo inseguire determinate forme di criminalità organizzata che si evolvono man mano che si evolve il progresso scientifico e tecnologico. Venticinque anni fa ci sembravano innovative le comunicazioni dei criminali attraverso le chat. Oggi siamo chiamati ad approcciare dal punto di vista investigativo sistemi di comunicazione estremamente complessi, come le piattaforme di messaggistica crittografata, i criptofonini, il dark web e le criptovalute. Una sfida investigativa continua che non si fermerà mai». Per superare queste difficoltà nelle indagini, «che non riguardano solo la realtà calabrese», secondo Curcio occorre «mettere maggiori risorse sulla formazione della polizia giudiziaria, ma anche della magistratura, rispetto a questi nuovi sistemi criminali sempre più strutturati e sempre più presenti su larga scala a livello mondiale». Il procuratore di Catanzaro ha anche sottolineato «l’importanza delle denunce da parte delle vittime. Denunciare ha un valore inestimabile, in controtendenza, ma significa anche avere consapevolezza della credibilità degli interlocutori istituzionali e significa anche, in un certo senso, un cambiamento».
Guarascio: «Mancano gli investimenti nella giustizia»
Presente all’incontro con gli studenti anche il procuratore della Repubblica di Crotone, Domenico Guarascio. «Se venite in Procura noi combattiamo con i computer. Ad oggi, tra l’altro, ne abbiamo uno solo. Siamo a questo livello. Abbiamo computer antichi, vecchi di 10 anni, obsoleti, che non sono stati sostituiti. Quelli della nostra Procura, peraltro, sono problemi che hanno tutti i tribunali, sicuramente gran parte di quelli che conosco in Calabria». Guarascio ha lanciato un appello «per la soluzione della grave carenza di strumenti informatici nel Tribunale di Crotone. Manca la strumentazione necessaria proprio – ha affermato il Procuratore – per la corretta esecuzione dei procedimenti. Bisogna anche considerare che, da un lato, dobbiamo gestire la documentazione delle indagini e, dall’altro, occorre fare i conti con l’introduzione del processo penale telematico che comporta la necessità per tutti gli operatori, anche quelli amministrativi, di essere dotati di computer sufficienti e idonei». «Non vogliamo sostituirci al decisore politico – ha detto ancora Guarascio – ma gran parte della magistratura, se non la totalità, sta denunciando che mancano gli investimenti nella giustizia, che sono quelli che rendono possibile che il settore sia efficace e funzioni».
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