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SETTE GIORNI DI CALABRESI PENSIERI

Salvare la vincolata Costa Viola e Scilla da un discutibile impianto energetico con pompaggio di acqua marina

Analisi dell’estremismo liberale di Roberto Occhiuto

Pubblicato il: 20/12/2025 – 6:55
di Paride Leporace
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Salvare la vincolata Costa Viola e Scilla da un discutibile impianto energetico con pompaggio di acqua marina

Nel breve periodo, a quanto pare, anche questa volta per il Ponte sullo Stretto potremmo adoperare la celebre battuta di Riccardo Garrone in “Vacanze di Natale”, da tempo diventata gif sulle feste che vanno via. Per il ministro Salvini, padre dell’opera, gli sfottò social sulla prima pietra annunciata più volte ora si dipingono come pietra tombale. Di sicuro c’è uno storno di cospicui fondi in Manovra che non si è capito bene dove vadano a posizionarsi e ci siamo già espressi sul punto, a favore della proposta del senatore dem Irto che i soldi siano stanziati a favore di opere pubbliche necessarie a Sicilia e Calabria.
Nelle more del Ponte, abbiamo intanto scoperto una nuova opera che potrebbe abbattersi sull’ecosistema di Scilla e della Costa Viola e di cui troppo poco si parla e non si discute affatto.
La multinazionale Edison, da tempo, è impegnata nel costruendo progetto di un impianto di accumulo idroelettrico mediante pompaggio dell’acqua di mare che si vorrebbe realizzare tra la costa di Favazzina sul limes di Bagnara Calabria per salire poi nel versante della frazione di Melia di Scilla.
Senza dibattito, Edison, con fondi del Pnrr e ordinari, ha presentato il 23 maggio 2023 richiesta di Via al Ministero dell’Ambiente per la realizzazione di un impianto di accumulo idroelettrico mediante pompaggio ad alta flessibilità e, da quanto si apprende informalmente, le osservazioni tecniche chieste dalla burocrazia statale avrebbero già avanzato ostacoli al grande impianto in mare, che dovrebbe sorgere in zona sottoposta a vincolo ambientale e su terreni molto fragili. Tra Scilla e la Costa Viola il territorio è mobilitato con semplici cittadini, appassionati di osservazione degli splendidi fondali che rischiano di essere modificati, che insieme ad ecologisti stanno tenendo da mesi assemblee molto partecipate, indette dal Comitato spontaneo per la difesa della Costa Viola in stretto raccordo con gli attivisti di Controvento. La più recente adunata si è tenuta lo scorso martedì alla Casa della Carità a Scilla. Come in altre occasioni, non sono mancate le analisi di tecnici molto attrezzati come Piero Polimeni e Alberto Ziparo, da sempre competenti avversari di qualunque ecomostro in queste nostre splendide latitudini naturali.


Pedinando la vicenda, sono venute in mente le parole del compianto docente universitario Osvaldo Pieroni, strenuo difensore della seduzione di Scilla affinché non andasse perduta. Scriveva il sociologo dell’Unical, calabrese per scelta, che decise di vivere davanti a questo stupore di bellezza: “Scilla può essere un luogo di piacere, in senso pieno, ogni giorno dell’anno. È la sensualità che avvolge e caratterizza Scilla, colpisce facoltà percettive che gli esseri moderni vanno perdendo”. Ma tutto questo è oggi a rischio. Le procedure per l’impianto pongono non pochi interrogativi. Edison si sarebbe limitata a mandare delle Pec a istituzioni, comuni, associazioni che pochi avrebbero aperto. Al Comune di Scilla, in quel periodo, il Municipio era tra l’altro commissariato. Durante l’ultima campagna elettorale il Comitato si è premurato di intervistare tutti e tre i candidati a sindaco di Scilla che si sono espressi contro l’opera, con video consultabili sulle pagine social. Il sindaco in carica è Gaetano Ciccone, già primo cittadino per ben tre mandati e fratello dell’ultimo sindaco che si dimise all’arrivo della commissione prefettizia.

Dal “no” certo all’impianto durante la campagna elettorale, ora radio fante sospetta che il sindaco sia diventato possibilista, nonostante la sua maggioranza sia per il no. Il fronte della contestazione è molto attrezzato. Sulla questione ha lavorato un pool molto qualificato di sette tecnici coordinati da Alberto Ziparo, ingegnere, urbanista e professore universitario di chiara fama, che hanno prodotto uno studio di 47 pagine che abbiamo avuto l’opportunità di leggere per conoscere impatto ambientale, rischi idrogeologici e ogni conseguenza per chi abita da quelle parti. Osservazioni che bocciano senza appello l’utilità del mega-accumulatore di energia. Benefici pochi. Energia che non andrebbe alla Calabria ma sarebbe venduta per i consumi del Nord.
Geologi, ingegneri, progettisti ed esperti del settore energetico non hanno dubbi che pompare un milione di litri di acqua salata del mare di Favazzina, pur se presentato come progetto green, presenti numerose criticità che potrebbero modificare il paesaggio di uno degli angoli più suggestivi della Calabria in nome del dio denaro e senza vantaggi per l’economia locale, con una tecnologia che ha avuto un solo precedente in Giappone. Al netto delle numerose contestazioni tecniche e ambientali è evidente che il progetto è stato calato sul territorio con atteggiamento coloniale. Vabbè che siamo economicamente gemelli per reddito della Guyana Francese, ma il percorso può e deve essere differente. La proposta di un tavolo di confronto ci sembra molto ragionevole, dove sia presente la Regione che sul punto non si è mai espressa, anche perché saltata a piè pari per quanto è dato sapere. Un’area vincolata non può essere aggredita in questo modo. Se la vocazione turistica è una bussola dell’economia calabrese, non si può correre il rischio di modificarla nel nome dei padroni dell’energia. Per ritornare al pensiero di Pieroni, sono pietre le sue parole riferite a Scilla quando scriveva: “Un popolo che non conserva e preserva la propria memoria storica è un popolo che non ha futuro”. Se punti alla promozione turistica investendo su Sandokan, non puoi mettere a rischio la Costa Viola.

***

Occhiuto a Roma Forza Italia

La cabala di qualche Minzolini di periferia non ha trovato riscontro. Roberto Occhiuto, con dialettica felpata, da democristiano di formazione, continua la scalata personale alla guida di Forza Italia in stretta connessione con la famiglia Berlusconi. Nega la scalata Occhiuto, ma il Foglio (in realtà tutti i giornali, il Foglio è però un giornale della famiglia Berlusconi) dice che c’è stata una scossa a Palazzo Grazioli su quel 20 per cento da conquistare. E il governatore di Calabria dal suo microfono si è messo a citare Mamdani: “È molto distante da noi per idee. Ma è un musulmano che si sente tanto americano da diventare sindaco di New York. Mentre noi continuiamo a perdere residenti”. Non proprio una linea condivisa alla Trump o alla Vannacci, con aggiunta di proposta dei centri per l’impiego in Tunisia che non sappiamo se attuabile.
Alla prima romana Roberto ha presentato il suo Forza Occhiuto con “estremismo liberale”(Porro dixit). E se erano scontati compagna, fratello, Ciccio Cannizzaro (terzo assenteista a Montecitorio in recente classifica), l’aquila Lotito, Mangialavori, ben diversa la presenza di Licia Ronzulli, Giorgio Mulè, il viceministro Sisto, Rita Dalla Chiesa, la segretaria forzista di Milano Cristina Rossello, il tesoriere del partito Fabio Roscioli, non a caso avvocato di casa Berlusconi, e la nuora del fratello di Silvio, Matilde Bruzzone. A fare i conti mi ha aiutato meglio il nostro corrierista Eugenio Furia che riferisce di 15 deputati e 4 senatori presenti all’appello. Interessati all’allocuzione anche Naike Gruppioni di FdI e Manlio Messina, appena uscito in Sicilia dai meloniani. E nonostante le democristianerie di Occhiuto, che la sfida sia aperta trova conferma nell’intervista di Franco Bechis del Messaggero a Tajani a Bruxelles: “Occhiuto mi sfiderà per il Congresso? Magari, la competizione mi esalta. Ma i voti vanno contati”. Si vedrà. Prossima uscita dei liberali estremisti di Occhiuto a Milano. Localizzazione: Arcore. (redazione@corrierecal.it)

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