Occhiuto: «Aprire dialogo nel centrodestra per attrarre liberali e riformisti»
Intervista al Foglio del presidente della Regione Calabria. «C’è una grande domanda politica che si poggia sul pensiero liberale»

«Sono rimasto stupito dall’interesse che nemmeno io immaginavo si potesse sviluppare attorno a un’iniziativa che doveva essere solo un sasso nello stagno. Proprio questo interesse mi ha dimostrato che evidentemente c’è una grande domanda politica che si poggia sul pensiero liberale, sulla necessità di fare riforme e che non trova una corrispondente offerta politica». Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e vicesegretario nazionale di Forza Italia, in una lunga intervista rilasciata a Il Foglio, parlando del convegno “In Libertà”, svoltosi la scorsa settimana a Palazzo Grazioli. «Mentre parlo ho qui davanti a me un libro di Antonio Martino. Anche i classici del pensiero liberale oggi andrebbero riletti. Pensiamo solo all’idea dello Stato minimo: dopo quello che è successo col Covid, con lo shock energetico dovuto alla guerra fra Russia e Ucraina, l’intervento dello Stato è evidente sia necessario, anzi è indispensabile. Draghi, nel suo rapporto all’Europa, ricorda quanta necessità ci debba essere di intervento pubblico per favorire l’innovazione e il funzionamento del mercato. Il liberismo che dovremmo realizzare probabilmente non è più nemmeno quello dello Stato minimo, ma è il liberismo di chi cambia il metodo delle riforme facendo l’interesse dei cittadini e assumendosi anche il rischio di impopolarità per cercare di costruire un sistema dove tutto sia più semplificato, soprattutto per le imprese. E che cerchi di cambiare l’Europa, sradicando questa ipertrofia normativa a cui l’Ue si è abituata. Ecco, ci sono spazi, ma devono essere spazi anche di novità rispetto al pensiero tradizionale. Io ho voluto svolgere quell’iniziativa a Palazzo Grazioli, perché Berlusconi è stato un grande innovatore e un grande promotore del pensiero liberale in politica, ma è evidente che persino l’agenda Berlusconi, quella del 1994, va aggiornata ai tempi di oggi. Partecipando alla nostra iniziativa, l’ad di Tim Labriola ci ricordava che ci sono voluti 70 anni per arrivare a 100 milioni di allacci telefonici, e poi sono bastate due settimane per arrivare a 100 milioni di account su ChatGpt: per cui tutto cambia così velocemente che si ha la necessità di rimanere sempre aggiornati».
Molte delle idee lanciate dal presidente della Calabria in questa intervista ricalcano quelle che Marina Berlusconi consegnò a questo giornale un anno fa. «Però la mia iniziativa è assolutamente indipendente da Marina, che conosco e apprezzo moltissimo. Quando ho deciso di organizzare “In Libertà”, gliel’ho soltanto raccontata, ma la responsabilità di questa iniziativa è esclusivamente mia. Molti l’hanno letta come un’iniziativa in qualche modo indotta dalla famiglia Berlusconi: non è così». Per capire quanto l’agenda Occhiuto si avvicini a quella delineata da Marina, basta raccontare quali idee, in campo economico, ha in mente il vicesegretario di Forza Italia. Si parte dal contrasto alle corporazioni, qualcosa di tutt’altro che scontato anche all’interno dello stesso partito azzurro. Ci vuole più coraggio? «Sicuramente sì. Anche per questo ho detto che la mia iniziativa voleva essere una scossa. L’ho sperimentato quando ho fatto ricorso contro il decreto di Salvini in Corte costituzionale: ho visto quanti giovani hanno salutato con favore un’iniziativa del genere che liberalizzasse il mercato. Mi chiedo se non sia il momento di avere una classe dirigente un po’ più ambiziosa nei partiti del centrodestra, che abbia il coraggio di rinunciare a qualche voto – quello delle corporazioni – per invece recuperare molti più voti tra quanti patiscono le incrostazioni che le corporazioni generano nel mercato».
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