Cosenza e Crotone, stadi pieni a metà e vuoti per scelta: la Calabria di serie C vista dagli spalti – LA CLASSIFICA
I numeri transfermarkt sulle presenze del girone d’andata raccontano due realtà opposte ma accomunate dalla disillusione. Catania e Salernitana in testa

Il girone d’andata del campionato di serie C, girone C, consegna una fotografia nitida del rapporto tra squadre e territorio. I numeri forniti da transfermarkt delle presenze casalinghe raccontano storie molto diverse: piazze calorose, stadi semivuoti, tifoserie disilluse e proteste che pesano più di una sconfitta sul campo.
Catania trascina il Sud, Siracusa sorprende
In vetta alla classifica dell’affluenza c’è il Cibali-Angelo Massimino di Catania: 177.015 spettatori complessivi in 10 gare, con una media di 17.702 e un utilizzo dell’84,8%. Numeri da categoria superiore, che confermano come, al netto dei risultati, il pubblico etneo resti un valore assoluto del girone.
Subito dietro l’Arechi di Salerno: 108.638 presenze e oltre 12.000 spettatori di media, ma con un utilizzo fermo al 40,6%, figlio di una capienza imponente che diluisce l’impatto visivo.
Molto positivo anche il dato del Nicola De Simone di Siracusa: stadio piccolo, ma spesso pieno, con una percentuale di utilizzo del 71,8% e un match sold out nel girone d’andata.
Crotone, pubblico presente ma la delusione non manca
In Calabria, il dato più rilevante è quello dell’Ezio Scida di Crotone. I numeri parlano di 43.104 spettatori complessivi, 4.310 di media e un utilizzo del 36,6%. Una presenza discreta, ma forse lontana dall’entusiasmo che ci si attendeva alla vigilia.
La tifoseria rossoblù, infatti, si aspettava un campionato di vertice, una squadra capace di imporsi stabilmente nelle zone alte. Invece, tra prestazioni altalenanti, problemi societari a causa dell’amministrazione giudiziaria e una classifica che non decolla, allo Scida si respira più delusione che rabbia, più rassegnazione che passione. Il pubblico non ha abbandonato la squadra, ma l’energia non è quella di una piazza che sente di poter tornare subito grande.
Cosenza, il silenzio assordante del San Vito-Marulla
Il dato più emblematico di tutto il girone arriva però dal San Vito–Gigi Marulla di Cosenza. Numeri impietosi: 8.849 spettatori complessivi in 9 partite, 983 di media, appena il 4% di utilizzo. Il peggior dato dell’intero girone.
Qui però i numeri non raccontano disinteresse ma protesta.
La tifoseria cosentina ha scelto una linea chiara e radicale contro la proprietà del presidente Eugenio Guarascio. Una contestazione che non passa da striscioni o cori sugli spalti, ma da una diserzione totale dello stadio per tutto il girone d’andata. Il Marulla è rimasto vuoto per scelta, trasformandosi in un simbolo politico più che sportivo. Eppure, il dato si ribalta lontano dalla Calabria: in trasferta i tifosi del Cosenza sono stati presenti in massa, dimostrando che l’amore per la maglia è intatto, ma non disposto a scendere a compromessi con una gestione societaria ritenuta non più accettabile.
Il resto del girone: piazze vive, altre spente

Tra gli altri stadi spiccano: Trapani (Polisportivo Provinciale): 43,5% di utilizzo, pubblico fedele; Monopoli: oltre 2.100 spettatori di media, 52% di riempimento. Altamura: 54%, uno dei migliori rapporti capienza-presenze; Potenza e Cavese mantengono numeri stabili, senza picchi.
In difficoltà invece piazze storiche come Foggia (7,2% di utilizzo) e Sorrento (6,6%), segnale di un distacco crescente tra squadra e territorio. (f.v.)
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