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L’iniziativa

A Lamezia nasce “Una città dove vivere bene”. Lo Moro: «Non slogan, ma studio e partecipazione»

Prende forma una nuova esperienza associativa, nata dal percorso avviato durante la campagna elettorale, e orientata ai giovani

Pubblicato il: 27/12/2025 – 19:39
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A Lamezia nasce “Una città dove vivere bene”. Lo Moro: «Non slogan, ma studio e partecipazione»

LAMEZIA TERME «È un cammino che riprende. L’avevamo detto in campagna elettorale: io sono sempre dell’opinione che, quando ovviamente si ha la possibilità e l’energia di farlo, si debba mantenere quello che si dice. Avevamo detto che il sogno sarebbe continuato, che avremmo tentato un percorso anche di formazione e di coinvolgimento delle nuove generazioni. Del resto, molti giovani erano coinvolti nelle liste e molti giovani sono coinvolti in questa associazione. È quindi un percorso che continua e che va al di là della tipica associazione culturale, nel senso che la formazione politica è l’oggetto principale».
Lo ha detto Doris Lo Moro, leader dell’opposizione in Consiglio comunale a Lamezia Terme, questo pomeriggio in occasione dell’inaugurazione dell’associazione “Una città dove vivere bene”.
«La politica è al centro della nostra attenzione e ovviamente non si tratta soltanto della politica cittadina. Anche se parliamo di una città dove vivere bene, la nostra è una città grande, bella, piena di energie, ma non proprio al meglio. Lamezia deve imparare a collocarsi in un contesto regionale e nazionale», ha spiegato l’ex candidata sindaca. «Potremo parlare, per esempio, del referendum sulla giustizia, dell’autonomia differenziata, della guerra. Dovremo parlare di tutte queste cose, perché la formazione è un fatto complessivo», ha aggiunto Lo Moro, spiegando che «faremo questo percorso insieme ai giovani».

In realtà, ha chiarito, «abbiamo già operato un primo step per capire chi siamo. Oltre ai soci fondatori c’è un nucleo centrale di iscritti. Non abbiamo cercato adesioni, ma in futuro cercheremo di incrociare altri giovani, perché quelli della campagna elettorale non erano tutti. Partiamo però da chi era sotto o sopra il palco in quelle giornate difficili ma anche straordinarie, che hanno creato un legame che dura a distanza di sei mesi. Anche se non avessi avuto voglia di fare questa associazione, sarei stata costretta, perché ogni volta che ci vediamo qualcuno mi chiede: “Quando nasce l’associazione?”».
Un segnale positivo, secondo Lo Moro, è proprio la presenza di molti giovani. «Non è vero che i giovani si allontanano dalla politica. La mia esperienza personale mi dice che oggi sono molto esigenti: si avvicinano se non si parla per slogan, se non si è approssimativi, se si approfondiscono gli argomenti. Dopo il voto abbiamo fatto un’altra riunione per capire quale percorso attivare e la richiesta è stata forte: formarsi». «Non è che noi formiamo i giovani – ha precisato – sono i giovani che si formano insieme a tutti, anche a quelli meno giovani, con un percorso che costruiremo insieme. Ci saranno anche testimonianze o lezioni di politica di soggetti terzi che non fanno parte dell’associazione».

Alla serata inaugurale, ha spiegato ancora, «non ci sono tutti i candidati, sarebbe stato impossibile. Vedremo se altri aderiranno, mi auguro di sì, ma c’è molta richiesta». Tra i temi indicati come prioritari, anche il bilancio del Comune di Lamezia. «Molti vogliono capire bene la situazione finanziaria dell’Ente – ha spiegato – e per farlo non basta un comunicato o una discussione fugace: faremo giornate di approfondimento». «Io non sono la formatrice, semmai mi sento un po’ la garante», ha aggiunto Lo Moro, spiegando che avrebbe potuto affidare subito la presidenza dell’associazione ad altri. «Quello che voglio è dare il testimone. Non ci sono candidati che devono emergere, c’è solo la voglia di stare insieme e crescere insieme». L’ex sindaca ha infine parlato di «generosità», quella che ha caratterizzato la scelta di candidarsi, definita «una candidatura di vero servizio», e che oggi si riflette nella guida di «un’associazione fatta per i giovani e soprattutto da giovani». «È un’associazione non riconosciuta, senza fondi: non chiediamo finanziamenti, solo contributi volontari a chi può. Questa sera siete testimoni di una serata in cui non è stato chiesto nulla a nessuno. Perché tutto questo? Perché le cose camminano sulle gambe delle persone. Si vedrà se questa storia avrà un futuro e chi potrà guidarla». (redazione@corrierecal.it)

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