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E Arena se la prende con "Repubblica"

REGGIO CALABRIA «Il sindaco non può più stare zitto, è venuto il momento di rivolgersi alla città». Demetrio Arena scandisce bene e parole e le pronuncia con gravità. È teso il primo cittadino di R…

Pubblicato il: 24/09/2012 – 11:56
E Arena se la prende con "Repubblica"

REGGIO CALABRIA «Il sindaco non può più stare zitto, è venuto il momento di rivolgersi alla città». Demetrio Arena scandisce bene e parole e le pronuncia con gravità. È teso il primo cittadino di Reggio Calabria, oggi più che mai. Al punto da arrivare a fare un parallelo con i moti che sconvolsero la città negli anni 70. Una esortazione evidente a tutti i reggini, affinché si mobilitino contro «la campagna di pressione che ha l’obiettivo di condizionare la decisione» del Consiglio dei ministri, chiamato a decidere sul possibile scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Arena, però, tiene a precisare che non si tratta di una «chiamata alle armi», né di «una incitazione alla sommossa»: alla base della nuova sortita c’è solamente la volontà di «rendere consapevole la comunità». Rispetto a cosa? All’offensiva che vede Reggio sotto attacco da parte di una «contraerei (il sindaco usa un termine improprio, ndr) che vuole bombardare soggetti politici. Ma le bombe colpiscono anche la nostra comunità».
La tensione a Palazzo San Giorgio è palpabile, è scritta sui volti di Arena e su quelli della sua giunta, presente al gran completo questa mattina nella Sala dei Lampadari del Comune, per assistere al nuovo annuncio pubblico del sindaco. Convinto che sia arrivato il «tempo di difendere Reggio», dopo mesi all’insegna della «collaborazione ed equilibrio» e senza intervenire nel dibattito sulla città, «per non alimentare un clima controproducente». Adesso, invece, per Arena è arrivato il momento di «abbandonare queste posizione, pur mantenendo il rispetto istituzionale» nei confronti del lavoro della commissione d’accesso e del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri.
A determinare la nuova risoluzione, è stata «l’accelerazione nell’ultimo mese» di questa campagna di denigrazione della città. Da ultimo, l’articolo apparso ieri su Repubblica, a firma di Annalisa Cuzzocrea. Un “pezzo” che, secondo il sindaco, «costituito da una serie di notizie rabberciate e da alcune falsità oggettive». Come quelle relative alla situazione finanziaria del Comune. Il servizio dell’«articolista», così la definisce Arena, è solo l’ultimo in ordine di tempo e segue quello de L’Espresso di qualche settimana fa. Tutti, secondo la sua disamina, accomunati dal medesimo filo conduttore: la diffamazione della città. «Non so se Reggio abbia tutta questa rilevanza, al punto di essere menzionata così costantemente dalla stampa nazionale: tutto questo è un gioco messo in atto da chi vuol fare saltare il banco», ha detto il sindaco. Che subito dopo rincara la dose: «Questi giornalisti che gettano fango (non sarò così sciocco da menzionarli), d’estate li vediamo ritirare premi in città, consegnati da associazioni che non meritano il nome che portano».
Quella in atto è una strategia ben precisa, un «trittico che riguarda il Lazio, la Lombardia e Reggio», nell’ultimo caso nel chiaro tentativo di «affossare la Regione» e, di conseguenza anche il suo presidente, il governatore ed ex sindaco della città, Peppe Scopelliti. «Se questa azione concentrica andrà a buon fine – ha aggiunto Arena – a pagare sarà la città».
Ecco perché non è più possibile «stare a guardare, mentre Reggio è nel tritacarne: farò di tutto perché non accada, ma da solo non posso combattere questa battaglia». Certo, rimane ancora aperta la questione se la criminalità organizzata abbia infiltrato davvero le istituzioni della città. «Ma la ‘ndrangheta – aggiunge Arena – non si combatte bollando un’intera città come mafiosa, a pagare devono essere solo i colpevoli». Poi un passaggio sul manifesto in difesa di Reggio, che tanto ha fatto discutere negli ultimi giorni: è la reazione di chi «si ribella a un’etichetta».
Dopo aver ricordato che quella di oggi è solo la prima comunicazione di questo tipo ai reggini, Arena ricorda che  «siamo al rush finale, e la comunità deve farsi sentire».

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