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Corte dei Conti, delibera shock su Reggio Calabria: rendiconto 2010 entro pochi giorni o sarà dissesto

REGGIO CALABRIA Lo spettro del dissesto finanziario aleggia su palazzo San Giorgio. La situazione è vicinissima al punto di non ritorno. A sostenerlo è la sezione regionale di controllo della Corte…

Pubblicato il: 22/06/2012 – 20:12
Corte dei Conti, delibera shock su Reggio Calabria: rendiconto 2010 entro pochi giorni o sarà dissesto

REGGIO CALABRIA Lo spettro del dissesto finanziario aleggia su palazzo San Giorgio. La situazione è vicinissima al punto di non ritorno. A sostenerlo è la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, che nella deliberazione 68/2012 ha messo nero su bianco come il Comune di Reggio Calabria sia a un passo dal crack. E ha concesso all’amministrazione guidata da Demetrio Arena un termine di 30 giorni (che scadrà attorno a fine giugno, essendo il provvedimento di tre settimane fa), per adottare i primi correttivi, a cominciare dal consuntivo 2010 deliberato dalla giunta lunedì scorso ma che ancora attende il via libera del consiglio comunale. Peraltro, il civico consesso non è stato convocato e il bilancio deve essere ancora calendarizzato in commissione.
Una delibera-bomba, quella redatta al termine dell’adunanza pubblica del 31 maggio scorso. La Corte dei Conti l’ha inviata anche al prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli. Quest’ultimo, scaduto il termine, se non ci sarà un’immediata correzione di rotta, dovrà seguire la procedura prevista dall’articolo 6, comma 2, del decreto legislativo 149/2011. Una norma in base alla quale «il prefetto assegna al consiglio comunale, con lettera notificata ai singoli consiglieri, un termine non superiore a venti giorni per la deliberazione del dissesto». È la prima volta che, in un atto ufficiale che riguarda l’ente municipale della città dello Stretto, viene fatto riferimento a questa disposizione di legge.
È un macigno pesantissimo sulla già traballante condizione finanziaria dell’ente. E questo spiega il motivo per il quale il sindaco Arena ha convocato una conferenza stampa, dopo il varo del consuntivo 2010 da parte della giunta. In quella circostanza, in cui non è stato fatto alcun cenno all’ultimatum imposto dalla Corte dei Conti, l’ammontare del deficit comunale è stato quantificato in 118 milioni di euro. Ma si tratta di una cifra che viene smentita dallo stesso organo di giustizia contabile, secondo cui «il disavanzo di amministrazione dell’esercizio finanziario 2010», stando «a quanto accertato dai Servizi ispettivi di finanza pubblica, ammonterebbe al 31.12.2010 a circa – euro 170.000.000».
Inoltre, denuncia la sezione di controllo presieduta da Roberto Tabbita, la mancata approvazione del rendiconto di due anni fa ha impedito di «adottare i necessari provvedimenti per il ripiano del predetto disavanzo in sede di salvaguardia degli equilibri di bilancio».

L’OSTINAZIONE DEL PALAZZO
La Corte dei Conti muove un durissimo rimprovero all’ente guidato per otto anni da Giuseppe Scopelliti e poi passato nelle mani del successore dell`attuale presidente della Regione, Demetrio Arena. «Pur prendendo atto della relazione sulla verifica amministrativo-contabile resa il 19.08.2011 dal dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, dalla quale emergono talune criticità che potrebbero determinare un eventuale disequilibrio nella gestione dei residui», l’amministrazione Arena ha fatto ben poco. Cioè si è limitata «a rinviare all’esito del “definitivo accertamento delle criticità rilevate, da condursi a cura del medesimo responsabile del servizio finanziario, unitamente agli altri responsabili dei servizi, l’adozione di eventuali misure di finanza pubblica in ulteriore apposita sessione consiliare”». Ma, aggiungono i magistrati contabili, «nessuna comunicazione in merito è pervenuta a questa Corte».

LE IRREGOLARITA’ DENUNCIATE
Il quadro generale dei rilievi mossi dall’organismo di controllo di via Buccarelli consta di un interminabile elenco di irregolarità nella gestione del bilancio. Nelle sette pagine della delibera, la casistica è vasta e sconcertante. Vengono rilevate anomalie nella gestione di cassa; l’omesso versamento di ritenute fiscali per 20 milioni e 881mila euro; gravi irregolarità nella gestione dei residui; la rilevante esposizione debitoria nei confronti delle società partecipate; irregolarità nella gestione dei servizi conto terzi; l’esposizione di un risultato di amministrazione non veritiero; criticità nella gestione dell’indebitamento; la sottoscrizione di “interest rate swap” non conforme alla normativa pro tempore in vigore; l’elusione dei vincoli del patto di stabilità; il mancato rispetto delle norme sul contenimento delle spese per il personale; l’anomala quantificazione del fondo per il trattamento retributivo accessorio del personale; l’illegittima erogazione di compensi accessori. Una lista che si accompagna a un avvertimento molto chiaro da parte della Corte dei Conti, secondo cui è evidente «la presenza di criticità/irregolarità rilevanti» che, «in quanto sintomi di una situazione di squilibrio strutturale dell’ente potenzialmente in grado di provocarne il dissesto economico e finanziario, appaiono suscettibili di condurre, in caso di mancata approvazione delle misure correttive, alle conseguenze previste dall’art. 6, comma 2, del d.lgs. 149/2011». Cioè alla dichiarazione del dissesto.

DELIBERA IN AULA AL PRIMO CONSIGLIO UTILE
La parte dispositiva della delibera è così tassativa che sembra scritta da Angela Merkel. Segno, questo, della gravità della situazione. Il provvedimento è stato trasmesso al presidente del consiglio comunale per l’inserimento del referto nell’ordine del giorno della prima seduta utile. La Corte dei Conti ha chiesto a palazzo San Giorgio di procedere a una lunga serie di adempimenti, due dei quali però hanno la priorità assoluta e devono essere approvati entro fine giugno: il rendiconto di gestione per il 2010 e il certificato «concernente la dimostrazione della copertura del costo complessivo di gestione di servizi a domanda individuale, del servizio di gestione dei rifiuti urbani e del servizio di acquedotto». E questo, considerate le decine di milioni di euro di debiti nei confronti di Sorical, è un problema tutt’altro che secondario.

Delibera Corte dei Conti 68 del 2012

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