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«È un gioco sporco. Nuovo scandalo per possibili dimissioni di Piero Grasso»

REGGIO CALABRIA Un esposto scritto di proprio pugno su una pagina di carta protocollo. È il 9 luglio scorso quando Saverio Spadaro Tracuzzi, capitano dei carabinieri accusato dal boss pentito Antonin…

Pubblicato il: 08/08/2011 – 1:02
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«È un gioco sporco. Nuovo scandalo per possibili dimissioni di Piero Grasso»

REGGIO CALABRIA Un esposto scritto di proprio pugno su una pagina di carta protocollo. È il 9 luglio scorso quando Saverio Spadaro Tracuzzi, capitano dei carabinieri accusato dal boss pentito Antonino Lo Giudice, lo redige nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove si trova rinchiuso dal 19 dicembre 2010. Un documento (nella foto) destinato a destare enorme scalpore perché vi è ipotizzato «uno scandalo inedito e grande che potrebbe portare» addirittura «anche alle possibili dimissioni» del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e degli altri magistrati coinvolti. Spadaro Tracuzzi non li cita, ma è evidente il riferimento al numero due della Dna, Alberto Cisterna, al sostituto procuratore generale presso la corte d`Appello di Reggio Calabria Francesco Mollace e all`ex sostituto dello stesso ufficio Francesco Neri, adesso a Roma dopo il trasferimento deciso dal Csm.
La ricostruzione del capitano dei carabinieri è molto circostanziata. Il 28 giugno scorso, si legge nell`esposto, si sono recati in carcere il capo della squadra mobile reggina, Renato Cortese, e quello del Ros della città dello Stretto, Stefano Russo. «A loro dire – scrive Spadaro Tracuzzi – erano stati incaricati dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Pignatone, affinché mi venisse rivolta richiesta di collaborazione nei fatti che mi vedono coinvolto, ma con particolare riferimento ai rapporti che Luciano Lo Giudice potesse avere con altri appartenenti alle istituzioni e segnatamente ai magistrati nonché con appartenenti alle forze dell`ordine e ai servizi».
Fatta la premessa, parte la prima stoccata: «Credo che più che della mia posizione, ove vero quanto da quei signori rappresentatomi, al sig. Procuratore interessi la sua, in particolare». «Credo – aggiunge – vogliano ottenere riscontri alle verosimili indagini in corso sui predetti soggetti istituzionali per poterli “incastrare”; è un “gioco sporco” più grande e complesso di me, che potrebbe portare chissà quali “vantaggi” a loro che si occupano della vicenda e conseguenze negative, invece, a me».
Spadaro Tracuzzi indica anche i possibili scenari che deriverebbero dalla sua eventuale collaborazione: «Ne potrebbe uscire fuori uno scandalo inedito e grande che potrebbe portare – nel breve/medio termine – anche alle possibili dimissioni del Procuratore nazionale antimafia, dott. Piero Grasso, oltre che degli altri magistrati coinvolti». In tal modo, ipotizza nel suo esposto il capitano dei carabinieri arrestato, «il dott. Pignatone potrebbe assumere questo nuovo incarico e chissà quale altro di prestigio».
«Io sono solo una piccola pedina che forse potrebbe giovare alla loro causa», conclude dal carcere Spadaro Tracuzzi, che nelle ultime due righe ribadisce: «I due dirigenti (cioè Cortese e Russo, ndr) sono venuti a propormi tale collaborazione garantendomi che la magistratura inquirente mi avrebbe certamente concesso dei benefici».

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