Anche al prosindaco saltano i nervi
La notizia è clamorosa. Dopo essersi risvegliato dal letargo o forse semplicemente dopo averne chiesto il permesso al governatore, il prosindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena è intervenuto pubbli…

La notizia è clamorosa. Dopo essersi risvegliato dal letargo o forse semplicemente dopo averne chiesto il permesso al governatore, il prosindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena è intervenuto pubblicamente per affermare di aver scoperto l`origine di tutti i mali della città: eureka, i giornalisti!
Anche Arena, come il suo mentore (politico ma non solo) attacca a testa bassa gli organi d`informazione: non tutti, naturalmente, ma solo quelli “colpevoli” di aver resocontato in maniera puntuale che per gli ispettori del ministero dell`Economia «il Comune di Reggio Calabria ha accumulato un disavanzo di 170 milioni di euro dal 2006 al 2010, approssimato per difetto»; che per i magistrati della Procura della Repubblica un assessore pidiellino della giunta comunale, Pasquale Morisani, era «il candidato di riferimento della cosca Crucitti»; e che, per gli stessi magistrati, la società “Multiservizi” (di cui Arena era consulente e Scopelliti l`azionista di riferimento nella qualità di sindaco) è a capitale misto pubblico-`ndranghetistico.
Che si dica tutto questo, né ad Arena, né a Scopelliti piace; ma così come Scopelliti, il prosindaco non parla chiaro. Il primo attacca genericamente le «lobby», il secondo riferisce di un «gruppo eterogeneo» (sic!) che «vuole costituirsi come potere alternativo e di volta in volta si manifesta sotto forma di ex politici o politicanti, parlamentari in cerca di riconferma, giornalisti o blogger». Personaggi che manovrerebbero «sulla pelle della città con l`evidente scopo di abbattere la figura e il progetto politico del presidente della Regione ed ex sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti». Ecco dunque svelata l`unica preoccupazione di Arena: salvaguardare il «progetto politico» dei suoi sodali. Delle sorti di Reggio – sporca come non mai, trascurata come non mai, triste come non mai – il locatario di Palazzo San Giorgio sembra infischiarsene. La sua operazione, anzi, è chiara: farsi scudo della città per difendere l`indifendibile.
Il prosindaco sostiene anche di avere le prove di tutto ciò: prima la notizia della richiesta del Viminale al prefetto di una relazione sul nuovo “caso Reggio” (peraltro ripresa dalla redazione centrale dell`agenzia Ansa); poi, addirittura, il fatto gravissimo che la vicenda abbia «trovato, con inopinata rapidità, sponda in ben due interrogazioni parlamentari». Guarda un po` che sorpresa: alcuni deputati, tra i quali componenti della commissione Antimafia, sulla base di atti d`indagine (e non di congetture) chiedono una commissione d`accesso in quello che si configura come una sorta di nuovo verminaio. Come se domandare l`accertamento della verità fosse un atto di lesa maestà, di blasfemia, di eresia.
Dimostrando però che i loro nervi sono saltati, i campioni del “modello Reggio” non si rendono conto di aver già confermato che più di qualcosa non va. Già, perché se fosse davvero tutto a posto, perché opporsi con tanta foga all`accesso al Comune? Al prosindaco, la cui stizza a tratti supera quella del maestro, consigliamo semplicemente di calmarsi: vada per strada non solo per farsi fotografare sotto la Vara e scoprirà che i reggini, quelli veri, non si sentono affatto “offesi” da chi vuol vederci chiaro. Il vento è cambiato. Speriamo spazzi via un po` di sporcizia.