Gli inviati che raccontano la Calabria
In quest`ultimo periodo capita spesso di leggere nei reportage dei grandi inviati un`affermazione che lascia stupiti: da quando in Procura o ai vertici investigativi della polizia giudiziaria sono ar…

In quest`ultimo periodo capita spesso di leggere nei reportage dei grandi inviati un`affermazione che lascia stupiti: da quando in Procura o ai vertici investigativi della polizia giudiziaria sono arrivati i palermitani…
Francamente è un`affermazione che da napoletano mi irrita profondamente. A me capita di venire spesso in Calabria. Per lavoro almeno dalla metà degli anni Ottanta. E ricordo i bivacchi nella Locride, in Aspromonte per i sequestri di persona, le retate e i blitz, gli omicidi eccellenti (Scopelliti, Ligato) e i processi ai politici, e le proteste dei magistrati per l`insufficienza degli organici, e la “strozzatura”, l`imbuto dell`ufficio dei Gip che ritardava l`esecuzione di centinaia di ordinanze di custodia cautelare. E quella monumentale inchiesta e processo “Olimpia”. E il suicidio del notaio Marrapodi. L`elenco è interminabile. Forse eravamo in pochi a parlare di Calabria perché i riflettori erano accesi su Palermo. Che ben vengano gli inviati a raccontare la Calabria. Purché sappiano raccontarla non dalla parte degli stranieri.