Truffa all`Unione europea, arrestate undici persone
REGGIO CALABRIA Beni sequestrati per un milione di euro, 11 persone agli arresti domiciliari e 48 indagati. È il risultato di un`operazione condotta dal comando carabinieri Politiche agricole e alime…

REGGIO CALABRIA Beni sequestrati per un milione di euro, 11 persone agli arresti domiciliari e 48 indagati. È il risultato di un`operazione condotta dal comando carabinieri Politiche agricole e alimentari e dal comando provinciale di Reggio Calabria che ha smascherato un sistema di illeciti finanziamenti comunitari nel comparto agroalimentare. Nell’ambito dell’indagine, coordinata dalla Procura di Reggio, è emersa una fitta rete di complicità tra operatori del settore e addetti ai controlli, risultati contigui alla ‘ndrangheta di Africo e San Luca. I reati ipotizzati per gli indagati vanno dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche al falso ideologico commesso da soggetti privati e pubblici ufficiali. Il sistema era abbastanza semplice, come è emerso dalla conferenza stampa di questa mattina nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Reggio. Gli imprenditori dichiaravano il falso attestando quantità di capi di bestiame elevate, a fronte di un numero reale di animali da allevamento di molto inferiore. Ma nell’inchiesta sono finiti anche operatori del settore olivicolo, che ottenevano aiuti comunitari per la produzione di olio senza che nei loro terreni fossero piantati ulivi. Il tutto facilitato da un sistema illecito che coinvolgeva ispettori degli uffici provinciali per l’agricoltura e responsabili di alcuni centri di assistenza agricola. Dati falsi ai fini di truffe ben organizzate che hanno spinto la Procura di Reggio a mettere in atto sequestri preventivi pari a circa un milione di euro. Tra i beni requisiti vi sono auto di grossa cilindrata, titoli Agea, terreni, fabbricati e conti correnti. Presenti alla conferenza stampa il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza, il colonnello del comando Politiche agricole di Roma Maurizio Dellisanti, il colonnello Carlo Pieroni e il comandante del nucleo antifrodi di Salerno Vincenzo Ferrara. Proprio Ferrara ha spiegato i dettagli che hanno permesso di scoprire questo sistema illecito di finanziamenti: «Il cavallo di battaglia di questa indagine sono state le verifiche sanitarie delle Asl. Dopo aver fatto gli accertamenti sul campo, abbiamo visto che i capi di bestiame erano molti di più rispetto a quanto certificato dalle misure di profilassi effettuate negli anni precedenti». Soddisfatto il procuratore Sferlazza: «Si tratta di una brillante operazione che ha evidenziato una vera e propria attività predatoria e un grande spreco di denaro pubblico». Secondo il magistrato, anche in queste condotte illecite è stato forte il ruolo della criminalità organizzata: «Molte contiguità e parentele con la ‘ndrangheta dei soggetti coinvolti hanno pesato nel condizionamento dei funzionari che avrebbero dovuto controllare». Agli arresti domiciliari sono finiti tre pubblici ufficiali e otto allevatori.