Passerelle, autoassoluzioni e "zona grigia"
Neanche il tempo per metabolizzare il boccone amaro che abbiamo dovuto mandar giù nel leggere nei dialoghi degli ultimi arresti eccellenti quanto «fa fico» partecipare a passerelle “antimafia”; neanc…

Neanche il tempo per metabolizzare il boccone amaro che abbiamo dovuto mandar giù nel leggere nei dialoghi degli ultimi arresti eccellenti quanto «fa fico» partecipare a passerelle “antimafia”; neanche il modo per analizzare fino in fondo l’indignazione di Ilda Boccassini per l’antimafia parolaia “di copertura”, ed ecco che l’ennesima passerella, finanziata con soldi pubblici, si produce nelle solite misere autocelebrazioni e autoassoluzioni.
A parlare della “zona grigia” c’erano tutti gli sponsor della “passerella”. Così abbiamo potuto sapere – dalla viva, e disinteressata, voce dei rappresentanti degli enti che sponsorizzano e pagano la passerella – che la “zona grigia” non alberga in nessun ente locale calabrese. Non esiste area grigia alla Provincia, men che meno al Comune di Reggio Calabria, e ancora men che meno alla Regione Calabria.
Si sa, sono gli assenti quelli (e quale modo migliore per renderli assenti che sottoporre al vaglio ed all’approvazione dell’ “area grigia” l’elenco degli invitati?) che hanno torto. Il nemico, storicamente, è sempre fuori dalle mura, mai annidato in casa. Soprattutto se in casa non è ospite ma anzi finanziatore della passerella.
Così l’area grigia sulla quale interrogarsi esiste ma solo negli ambienti editoriali. Perché tutti gli editori hanno i conti in rosso e soprattutto perché «si aprono nuovi giornali» anche dove si legge poco, come in Calabria.
Complimenti. Mai attacco ai media è stato così ben congegnato, così autorevolmente ospitato e così interessatamente avallato. E meno male che si riconoscono anche crediti formativi per istruire, senza contraddittorio alcuno, così bene quanti dovrebbero combattere illegalità e zona grigia.
Di questa antimafia la Calabria non aveva certo bisogno. Altri sì…