Infinito, per l`opposizione al Comune di Reggio «scenario inquietante»
REGGIO CALABRIA I consiglieri di minoranza a Palazzo San Giorgio esprimono «profonda preoccupazione» per quanto emerso nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano, che ha por…

REGGIO CALABRIA I consiglieri di minoranza a Palazzo San Giorgio esprimono «profonda preoccupazione» per quanto emerso nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano, che ha portato all’arresto del consigliere regionale Franco Morelli e del giudice di corte d’assise Vincenzo Giglio. Per l’opposizione al Comune si tratta di uno «scenario inquietante». Si legge in un comunicato: «Abbiamo atteso prudentemente alcuni giorni prima di assumere una posizione ufficiale al fine di conoscere meglio gli atti di indagine e la sostanza delle accuse contestate. Non entriamo nel merito della vicenda giudiziaria, spetterà alla magistratura ogni approfondimento investigativo e processuale. Riteniamo che l’ordine della magistratura sia il più alto presidio della legalità e come tale debba necessariamente rimanere estraneo ai perversi meccanismi di spartizione di potere di matrice politica e clientelare: ogni degenerazione costituisce un colpo mortale alla credibilità della magistratura nel suo complesso».
«Auspichiamo – prosegue la nota – che gli inquirenti portino avanti il loro lavoro con determinazione e coraggio, inevitabilmente dall’esito di indagini di questa portata dipenderà in parte il futuro della nostra città e la credibilità complessiva delle istituzioni dello Stato. Non possiamo permetterci di smarrire finanche gli ultimi simboli della presenza dello Stato; la magistratura è tra questi uno dei più significativi».
Per Massimo Canale, Demetrio Delfino, Giuseppe Falcomatà, Nicola Irto, Antonino Liotta e Giuseppe Marino, la posta in gioco è molto alta: «Intravediamo il rischio che i calabresi e i reggini in particolare possano presto assuefarsi al sistema di potere rivelato dalle indagini della magistratura milanese in mancanza di una netta e risoluta condanna collettiva a cui tutti siamo chiamati, indipendentemente dalle rispettive diversità di ordine politico e sociale. É in gioco il futuro della nostra terra».