Il governo impugna la legge calabrese sull`abitare sostenibile
REGGIO CALABRIA A Palazzo Chigi sono cambiati gli inquilini ma la storia è rimasta sempre la stessa. Le leggi approvate dal consiglio regionale calabrese non convincono proprio i giuristi che affianc…

REGGIO CALABRIA A Palazzo Chigi sono cambiati gli inquilini ma la storia è rimasta sempre la stessa. Le leggi approvate dal consiglio regionale calabrese non convincono proprio i giuristi che affiancano il governo. E così questa volta a cadere sotto la scure del ministro per gli Affari regionali c`è la legge sull`abitare sostenibile approvata in Consiglio, all`unanimità, nella seduta dello scorso 17 ottobre. Con questo provvedimento salgono a nove le leggi impugnate dal governo da quando Peppe Scopelliti e il centrodestra sono ritornati a guidare la Regione.
A non convincere è soprattutto l`articolo 8-bis della legge rubricato sotto il nome di “gestione del ciclo dei rifiuti derivanti da processi edili”. Nelle motivazioni del ricorso davanti alla Corte costituzionale viene segnalato proprio il settore della gestione dei rifiuti che è di competenza statale e non può essere disciplinato da norme di carattere regionale. «Inoltre, la lettera g dell`articolo 8-bis – si legge ancora tra le motivazioni che hanno portato il governo a impugnare la legge – riguardante i criteri tecnici di selezione e trattamento dei materiali derivanti dal processo di riciclo per la reimmissione come materie prime all`interno dei processi di fabbricazione e la loro definizione come materiali ecosostenibili da individuare attraverso i predetti regolamenti attuativi regionali, non fa nessun riferimento all`articolo 184-ter del decreto legislativo 152/2006, recante “cessazione della qualifica di rifiuto”. Tale disposizione statale, infatti, stabilisce le condizioni da rispettare affinché un rifiuto, sottoposto ad un`operazione di recupero, cessi di essere tale. Di contro, la disposizione regionale è interpretabile nel senso di escludere dalla qualifica di rifiuti, in modo generalizzato, i materiali derivanti dal processo di riciclo. Come è noto, sulla base della normativa comunitaria e nazionale, non è possibile adottare esclusioni generalizzate o presunzioni assolute di esclusione dal campo di applicazione della normativa in materia di rifiuti».