I migranti alzano la testa: «Nulla è cambiato»
È in corso di svolgimento, nella zona industriale di San Ferdinando, la giornata di festa per ricordare la “rivolta dei migranti di Rosarno” e riflettere sulla condizione di sfruttamento che ancora p…

È in corso di svolgimento, nella zona industriale di San Ferdinando, la giornata di festa per ricordare la “rivolta dei migranti di Rosarno” e riflettere sulla condizione di sfruttamento che ancora permane, a due anni da quei fatti la cui eco fece il giro del mondo. Le associazioni AfriCalabria, Equosud e San Ferdinando in Movimento, organizzatrici dell`evento chiamato “Su la Testa”, hanno allestito gli stand dell`appening all`aperto in un`area a ridosso del sito che dovrebbe ospitare il progettato rigassificatore di Gioia Tauro, intendendo quindi presentare una piattaforma ampia che si oppone anche alla costruzione dell`impianto e punta a stabilire una “nuova alleanza” tra i piccoli produttori di agrumi e i lavoratori africani. Alla mobilitazione stanno partecipando, con bandiere e striscioni, delegazioni di Rifondazione comunista, Sel, Rete difesa del territorio Franco Nisticò, del Centro sociale Cartella e del Coordinamento dei portuali di Gioia Tauro. Nel pomeriggio è prevista un`assemblea che servirà fra l`altro a spiegare i termini della campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero, riprendiamoci i campi per coltivare sviluppo e integrazione”. Sono numerosi i migranti che stanno partecipando alla manifestazione che si tiene a poche centinaia di metri dal Campo di accoglienza di contrada Testa dell`Acqua, il dormitorio realizzato per il secondo anno grazie ai container messi a disposizione dalla Protezione civile regionale e gestito, fin qui, solo ed esclusivamente con risorse del Comune rosarnese. Proprio l`emergenza alloggi è tornata drammaticamente attuale in questi giorni, visto che si stanno rivelando del tutto insufficienti i circa 100 posti letti ricavati nell`area recintata, determinando la formazione di nuovi ghetti nelle campagne. Una condizione di nuova emergenza che nei giorni scorsi ha fatto dire a molti politici e animatori del volontariato che «a Rosarno nulla è cambiato rispetto a due anni fa». Dello stesso avviso si è detto Assad, lavoratore della Costa d`Avorio, che ha ricordato la sua condizione di clandestino che è costretto a vivere in tenda nelle campagne. «Da allora – ha continuato il bracciante che era a Rosarno durante la rivolta di due anni fa – nonostante il clamore per quanto è accaduto – non è cambiato assolutamente nulla, anche se il numero degli immigrati è diminuito perché tanti hanno avuto paura di tornare».
Non solo in Calabria sono stati ricordati i “fatti di Rosarno”. Iniziative di sensibilizzazione si sono svolte in contemporanea anche a Roma, Milano, Firenze e Potenza. Nella Capitale, prima della fermata Colosseo della metro, e poi sulla scalinata di Piazza di Spagna, sono stati srotolati due striscioni con scritto: «Rosarno, Italia 7 gennaio 2010-7 gennaio 2012, la lotta continua» e «Come Spartaco spezziamo le catene».