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Corecom, i ricorsi della Gulisano

REGGIO CALABRIA Silvia Gulisano è convinta di aver subito un grande torto e, dunque, è determinata ad andare fino in fondo. L’ex presidente del Corecom calabrese ha convocato i giornalisti questa mat…

Pubblicato il: 11/01/2012 – 16:18
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Corecom, i ricorsi della Gulisano

REGGIO CALABRIA Silvia Gulisano è convinta di aver subito un grande torto e, dunque, è determinata ad andare fino in fondo. L’ex presidente del Corecom calabrese ha convocato i giornalisti questa mattina a Reggio Calabria per illustrare i due ricorsi presentati al Tar calabrese. Il primo (presentato in data 14 novembre) contro il decreto di decadenza del precedente comitato regionale delle telecomunicazioni, il secondo (depositato lo scorso 7 gennaio) avverso la nomina dei nuovi componenti. Nelle 51 pagine preparate dal legale della Gulisano, Giuseppe D’Ippolito, c’è un campionario di accuse anche gravi: violazioni costituzionali, della legislazione nazionale, eccesso di potere, violazione delle stesse leggi regionali, illegittimità, omissioni, abusi «e persino – attacca la Gulisano – documenti falsi. Nel decreto viene semplicemente motivato che il precedente comitato era stato nominato senza la componente di minoranza. Un risultato che è scaturito sulla base di una votazione unanime del consiglio regionale che affidava al presidente del Consiglio i poteri sostitutivi di nomina. A quel comitato – ricorda sempre l’ex presidente del Corecom – poi da me presieduto non è stato mai mosso alcun rilievo, nonostante la fase delicata in cui ha operato sotto elezioni per valutare e garantire il rispetto della par condicio. E poi – aggiunge – se l`opposizione avesse avuto da ridire sulla composizione avrebbe potuto tranquillamente farlo impugnando le nomine davanti al Tar oppure reclamando il mancato rispetto della normativa regionale».
C’è qualcosa che non torna, insomma. Le attenzioni sono concentrate sul comma 9-bis della legge calabrese 27/2011 che ha reso possibile l’azzeramento del Corecom targato Gulisano-Campanella-Manganaro. «Il Comitato regionale per le comunicazioni – precisa l’avvocato D’Ippolito – agisce in Calabria quale organo funzionale dell’Agcom e la sua ingiustificata destabilizzazione viola il principio di imparzialità della pubblica amministrazione. Si è voluto creare una sorta di spoil system contra legem per “confezionare” un Corecom che ricalchi pedissequamente la composizione politica del consiglio regionale». A sostegno di questa tesi, D’Ippolito cita un recente pronunciamento del Consiglio di Stato, confermativo di una sentenza del Tar Campania, che aveva annullato vari atti della Regione che prevedevano l’introduzione di una sorta di spoil system a carico dei componenti del Corecom campano.
Ma ci sono aspetti più gravi. Nel ricorso di fa riferimento, addirittura, a «carte false», a un presunto «broglio» elettorale: la Gulisano e il suo legale hanno, infatti, reso pubblici (in realtà la pubblicazione era stata anticipata dal Corriere della Calabria) gli elenchi dei nominativi con le candidature presentate per l’elezione dei componenti del Corecom nei quali non figura (né nell’elenco approvato dall’Ufficio di presidenza del Consiglio il 6 settembre 2010 e neppure in quello approvato il 19 settembre 2011) il nominativo (si tratta di Paolo Posteraro) di uno degli eletti lo scorso 30 dicembre dal presidente Franco Talarico. «Nulla da ridire – mette le mani avanti la Gulisano – rispetto alla composizione del nuovo comitato formato da persone degnissime e preparate. Non è questo il punto».
Prima del rompete le righe c’è ancora spazio per ricordare il lavoro svolto dal precedente Corecom che ha affrontato 5.134 istanze di conciliazione «permettendo di restituire ai calabresi oltre un milione di euro».

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