Nucara contro il viceministro Martone: «Mandi i suoi figli a vivere a Nardodipace e vediamo se si laureano entro i 28 anni»
Michel Martone non si pente di aver dato dello «sfigato» a chi a 28 anni non si è ancora laureato. O meglio, ammette di aver scelto la parola sbagliata ma rimane fermo sulle sue posizioni. Dopo le as…

Michel Martone non si pente di aver dato dello «sfigato» a chi a 28 anni non si è ancora laureato. O meglio, ammette di aver scelto la parola sbagliata ma rimane fermo sulle sue posizioni. Dopo le aspre polemiche innescate dalle sue dichiarazioni, il viceministro al Welfare ha ribadito il proprio pensiero intervenendo ieri sera al telefono durante la trasmissione di Radio24 “La Zanzara”, condotta da Giuseppe Cruciani.
La questione ha stuzzicato anche la sensibilità di un politico calabrse di vecchio corso come il deputato Francesco Nucara. Che oggi ha reso noto di aver inviato una lettera all`esponente del governo. «Esimio viceministro Martone (figlio dell’avvocato generale della Cassazione Antonio Martone) – si legge nella missiva del segretario nazionale del Pri – sono un signore di 71 anni che si è laureato a 28 anni e 7 mesi alla Sapienza di Roma. Mio padre era figlio di un contadino e aveva cominciato a lavorare a 8 anni. Era per sua “fortuna” un salariato fisso, andato in pensione all’inizio degli anni ‘50 con un emolumento di lire 11.800 al mese, compresi moglie e due figli a carico. Il suo, di padre, probabilmente questi problemi non li ha mai avuti e ciò Le ha consentito di vivere agiatamente, tra conoscenze di gran livello e opportunità misconosciute ai più. È certo che i Suoi meriti e la Sua brillante carriera siano esclusivamente Suoi? O forse per la maggior parte sono dovuti all’ambiente in cui è vissuto?».
L`esponente repubblicano scrive ancora: «Tanto per smentire la Sua infelice opinione sui ventottenni non ancora laureati, La informo che, presso una facoltà di medicina dell’Università di Roma, lavora un giovane brillante ricercatore, figlio di contadino, nato a Nardodipace, il paesino più povero della Calabria. Si è laureato per tempo, dunque non dovrebbe essere uno sfigato! In questo caso lo sfigato sarebbe Lei, caro viceministro del caro governo Monti, che tra i suoi componenti tiene gente sguaiata e insensibile come Lei. I suoi figli, se ne ha, li mandi a vivere a casa di qualche contadino di Nardodipace, così possiamo sapere di che pasta è fatta la loro capacità. Caro sig. viceministro, tra professori vi intendete, ma per amministrare un Paese bisogna conoscere i problemi del popolo (che certamente non sono i Suoi) e non pensare che lo si possa regolamentare alla stregua di un condominio».
«Personalmente – conclude Nucara nella lettera – ho cominciato a lavorare ad anni 10 e ho studiato e lavorato tutta la vita, raggiungendo traguardi per me, certo non per Lei, impensabili. Ma anche uno sfigato come me ha ricoperto la carica di viceministro e da dieci anni occupo la sedia di Segretario del Pri e divoro ancora con passione gli scritti di Mazzini e Cattaneo. Lo faccia pure Lei e vedrà che anche i non sfigati possono riflettere saggiamente sui problemi del popolo che sono chiamati a governare. Mi creda».