Antimafia, Censore rovina la festa a Magarò
Per Salvatore Magarò l’incontro con i sindaci minacciati dalla criminalità organizzata doveva essere un successo, un modo per sottolineare l’operatività e l’efficacia della commissione anti ‘ndranghe…

Per Salvatore Magarò l’incontro con i sindaci minacciati dalla criminalità organizzata doveva essere un successo, un modo per sottolineare l’operatività e l’efficacia della commissione anti ‘ndrangheta da lui presieduta. Invece, a rovinare la festa è stato proprio il suo vice, il democrat Bruno Censore, che in un intervento abbastanza irrituale ha avanzato seri dubbi sulla reale incisività della commissione e, più in generale, sulla volontà delle forze di maggioranza di contrastare in modo concreto lo strapotere delle ‘ndrine. «In questa iniziativa – ha detto il consigliere Pd – vedo solo una volontà di propaganda. Il centrodestra ha più volte annunciato buoni propositi e iniziative legislative. Atti e impegni che però sono venuti meno quando si trattava di trasformarli in azioni reali. È arrivato il momento di finirla con queste passerelle, la lotta alla ‘ndrangheta si fa con politiche precise e risorse vere».
Parole dure, che in un attimo fanno crollare il clima di concordia che fino a quel momento si respirava nella sala “Levato” di Palazzo Campanella. Qualche componente della commissione mormora, altri sorridono beffardi all’indirizzo di Censore. Magarò, visibilmente infastidito, prova a replicare e a salvare la faccia davanti ai sindaci provenienti da tutta la Calabria: «L’incontro di oggi non deve essere sciupato attraverso polemiche di carattere politico. Serve senso di responsabilità. Il vicepresidente sa benissimo che in questi anni la commissione ha messo in campo azioni concrete nella lotta alla criminalità».
Ma, considerato il numero degli intervenuti all’incontro, forse le perplessità di Censore sono condivise anche da molti amministratori locali. Su 42 sindaci minacciati negli ultimi tempi dalla ‘ndrangheta, soltanto 15 hanno risposto all’invito di Magarò. In proporzione, è ben più ampio il numero dei consiglieri regionali che hanno deciso di esserci. Tra questi, seduti in platea o al tavolo dei relatori, erano presenti il presidente del Consiglio Francesco Talarico, Giovanni Nucera, Alfonso Dattolo, Giuseppe Giordano, Luigi Fedele, Alessandro Nicolò, Mario Maiolo e Salvatore Pacenza. A sostituire il governatore Scopelliti c’era invece Franco Zoccali, direttore generale della presidenza della giunta.
L’attacco delle cosche agli amministratori locali sta comunque registrando picchi molto elevati. Questa notte a farne le spese è stato il sindaco di Taurianova, Domenico Romeo: una bomba ad alto potenziale è esplosa nella sua stalla e ha ucciso il suo cavallo.
Prima della polemica con Censore, Magarò aveva detto: «La Calabria ha il primato delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali. È nostra intenzione approntare misure utili per difenderli. Si impone una strategia di unione che sia espressione forte di un’azione comune. Il problema della sicurezza è importantissimo per non vanificare l’impegno di coloro che operano nella legalità. La commissione anti ‘ndrangheta, dal canto suo, ha varato importanti provvedimenti, continuando la buona politica messa in atto dalla Regione».
Sulla commissione, e sull’intero Consiglio, pesa però il silenzio con il quale sono state affrontate le vicende giudiziarie dei consiglieri Franco Morelli e Santi Zappalà. Per Magarò, a fallire non è stato il codice etico adottato a Palazzo Campanella, ma «i partiti, incapaci di selezionare i loro rappresentanti in base ai principi della qualità e della trasparenza».
Intanto i sindaci continuano a credere nell’aiuto delle istituzioni regionali. Lo dimostrano gli interventi di questa mattina ma soprattutto le richieste, che vanno dalla creazione di un fondo di solidarietà al supporto per la creazione di sistemi di videosorveglianza efficaci. Il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, più volta minacciata dalle cosche, punta invece l’attenzione sul mancato impegno bipartisan dei politici calabresi: «La solidarietà delle istituzioni va espressa sempre, anche nei confronti di quegli amministratori che non fanno parte di un determinato schieramento. Nel mio caso, purtroppo, non è stato così». Accorato invece l’appello di Caterina Girasole, primo cittadino di Isola Capo Rizzuto: «È arrivato il momento di unire le forze contro la ‘ndrangheta. Serve una politica che decida di allontanarsi definitivamente dalla zona grigia».
«Non lasciateci soli – è la preghiera di Francesco Bortone, sindaco di Soriano – bisogna creare degli strumenti che ci aiutino a operare contro la criminalità organizzata». Provocatorio, invece, Amedeo Colacino, amministratore di Motta Santa Lucia: «Ci aspettiamo proposte concrete. Senza un impegno serio siamo pronti ad azioni negative dal punto di vista elettorale». Magarò e gli altri consiglieri regionali sono avvisati.