Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 12:19
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Leggi anti `ndrangheta incostituzionali, Magarò: più attenzione al diritto

Usa toni soft, ma non può fare a meno di ammettere che la produzione normativa del consiglio regionale della Calabria lascia molto a desiderare. È dimesso il linguaggio di Salvatore Magarò, president…

Pubblicato il: 24/02/2012 – 19:36
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Leggi anti `ndrangheta incostituzionali, Magarò: più attenzione al diritto

Usa toni soft, ma non può fare a meno di ammettere che la produzione normativa del consiglio regionale della Calabria lascia molto a desiderare. È dimesso il linguaggio di Salvatore Magarò, presidente della commissione consiliare contro la `ndrangheta, all`indomani della declaratoria di incostituzionalità di due leggi regionali in materia di contrasto alla criminalità organizzata: quelle sull`agenzia regionale per i beni confiscati e sulla trasparenza dei finanziamenti antimafia.
«La decisione della Corte costituzionale di bloccare le due leggi regionali mentre ci induce a riflettere maggiormente sull`attenzione tecnico-giuridica che occorre prestare all`azione legislativa che è un argomento su cui personalmente ho già fatto delle osservazioni alcuni mesi addietro», afferma Magarò. L`esponente della maggioranza di centrodestra però aggiunge che la pesante sconfitta politica e istituzionale «stimola ad alcune considerazioni». Secondo il presidente della commissione, la legge 4 del 2011, recante “Misure per garantire la legalità e la trasparenza dei finanziamenti erogati dalla Regione Calabria”, «in realtà puntava a garantire trasparenza e tracciabilità, elementi alla base della legalità, attraverso l`obbligo, per tutti i beneficiari, di istituire un conto corrente dedicato per l`accredito, l`utilizzo e tutta la movimentazione delle risorse pubbliche ricevute in finanziamento. Si è deciso, dopo che era stata appresa l`impugnativa del governo della legge in questione, di non intervenire e, quindi, far decadere la legge perché è stata presentata e approvata una nuova normativa, ossia la legge n. 39/11 sulla tracciabilità informatica del procedimento amministrativo e misure per la trasparenza, il controllo e la legalità dell`attività amministrativa, che recepisce l`obiettivo cui tendeva la legge dichiarata illegittima».
Quanto invece alla legge 7 dello scorso anno, che istituiva l`agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali, Magarò spiega che l`idea di fondo era quella di creare un organismo che collaborasse «con l`Agenzia nazionale, al fine di rendere di più facile e immediata fruizione i beni confiscati e assegnati, visto che spesso restano bloccati, poiché i Comuni e gli enti assegnatari non hanno risorse per la loro ristrutturazione. Ebbene, l`art. 5 della legge, per andare incontro a questa difficoltà – dice ancora il presidente della commissione –, prevedeva la destinazione del 5% delle risorse di tutti i Piani delle opere pubbliche alla ristrutturazione degli immobili assegnati. Ora, la Corte ha dichiarato l`illegittimità costituzionale di tutta la legge 7 adducendo una sovrapposizione di disciplina e l`omogeneità del contenuto, in una materia di competenza esclusiva dello Stato, ma in effetti il dettato dell`art. 5 è materia riservata alla potestà legislativa della Regione e, quindi, sarà oggetto di nuova formulazione e inserimento nel testo unico delle leggi regionali contro la `ndrangheta e l`illegalità a cui si sta alacremente lavorando». Magarò conclude ribadendo «l`impegno della commissione, a parte il rispetto più assoluto verso le interpretazioni dell`alta corte, di non perdere un solo istante nell`assolvimento dei suoi compiti al fine di garantire alla società calabrese il massimo di strumentazione legislativa ed amministrativa nel difficile impegno contro la criminalità organizzata».

Argomenti
Categorie collegate

x

x