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Maschere e fiabe nel weekend del teatro cosentino

COSENZA Venerdì, sabato e domenica ricco di appuntamenti per la programmazione del Centro Rat. Si parte il 2 marzo alle 21 (replica sabato 3 alla stessa ora): al Teatro dell’Acquario?i napoletani di…

Pubblicato il: 01/03/2012 – 15:29
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Maschere e fiabe nel weekend del teatro cosentino

COSENZA Venerdì, sabato e domenica ricco di appuntamenti per la programmazione del Centro Rat. Si parte il 2 marzo alle 21 (replica sabato 3 alla stessa ora): al Teatro dell’Acquario?i napoletani di Istituto delle Guarattelle portano in scena “Storie di Pulcinella” di e con Bruno Leone.?Uno?spettacolo per grandi e piccini.
Pulcinella è l`uomo della strada che riesce a sfuggire la morte, a prendersi gioco del potere e della prepotenza pur manifestando egli stesso paura, timore e tutti quei sentimenti che non sono dell`eroe da favola ma dell`uomo di tutti i giorni. Storie di Pulcinella è un modo di presentare i canovacci antichi nella loro modernità e universalità alternandoli con altre storie antiche e moderne, e oltre che spettacolo può diventare incontro, lezione, storia, viaggio insieme nel mondo meraviglioso delle guarattelle. Nel 1978 Bruno Leone apprende l`arte delle guarattelle da Nunzio Zampella, ultimo maestro guarattellaro napoletano, ed evita in tal modo la scomparsa di una tradizione che risale a girovaghi e saltimbanchi medievali. L`arte delle guarattelle deve la sua vitalità alla capacità dei burattinai di coniugare memoria e attualità in un rapporto molto attento col pubblico. Bruno Leone, che ha ripreso canovacci e stili di quest`arte, ha contribuito con efficacia alla ripresa di un genere teatrale tanto importante per la storia della cultura napoletana ed europea. Pulcinella, sempre in scena alla destra del burattinaio, scandisce con la sua magica voce – ottenuta col segreto strumento della pivetta – l`alternarsi delle storie.
Domenica 4 alle 18 al teatro Morelli?I Teatrini (Napoli) propongono “Cenerentola”, uno spettacolo di Giovanna Facciolo liberamente ispirato alla favola cult. Dalla famosa scarpetta ad un mare di scarpe. Scarpe, scarpe, scarpe dappertutto, per terra, sospese, impigliate in grandi ragnatele, da riordinare, da pulire, da provare, da riempire di lenticchie, da tenere nascoste, da inseguire, con cui danzare, da calzare per tessere magicamente, con l’arte di un ragno, il vestito per andare al ballo. La nostra Cenerentola vive tra cenere e polvere, dorme arrotolata nel pentolone del focolare, e lì sogna. Sogna di andare al ballo, di uscire da quell’inferno dove ha perso tutto: la madre, l’amore del padre, la spensieratezza e l’agio in cui viveva, persino il nome.?Sogna di riscattarsi da quella cenere che cosparge la sua esistenza, dalla sua condizione di sfruttata e dimenticata, da quelle terribili sorellastre che la costringono a sottostare ad ogni loro volere, secondo le regole del sempiterno bullismo, che come in ogni epoca, ruba ciò che non ha, sfruttandolo e umiliandolo.?E Cenerentola è tutto quello che le sorelle non hanno: è sensibile, paziente, piena di grazia, nonostante tutto quello che deve sopportare. Una grazia che viene dal cuore, che è la sua bellezza, la sua forza. Ed è tra la cenere in cui vive che, con l’aiuto della madre-fata, riafferra le sue radici, la sua identità sepolta, il filo per tessere il proprio destino, per crescere.?Cenerentola risorge dalle sue ceneri, è proprio il caso di dire: dal pentolone nascerà una magnifica carrozza e dalle ragnatele un bellissimo vestito. Cenerentola andrà al ballo: per lei ricomincia una nuova vita che le renderà giustizia, dove sarà amata, stimata, apprezzata.?Cenerentola è la fiaba più diffusa nel mondo. Ne esistono infinite versioni, la più antica sembra essere quella cinese. Questa ricchezza è stata stimolo di suggestioni che hanno contribuito molto alla traduzione drammaturgica e registica.
Lo spettacolo sarà replicato lunedì 5 (sempre al Morelli) alle 10 su prenotazione per le scuole.

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