"Fehida": Nirta, Strangio e Marmo tornano in carcere
Ha tentato la fuga lanciandosi da un balcone di casa ma non è riuscito a fuggire Paolo Nirta, di 35 anni, arrestato dai carabinieri a San Luca nell`ambito del processo “Fehida”. Nella caduta, l`uomo…

Ha tentato la fuga lanciandosi da un balcone di casa ma non è riuscito a fuggire Paolo Nirta, di 35 anni, arrestato dai carabinieri a San Luca nell`ambito del processo “Fehida”.
Nella caduta, l`uomo ha riportato la frattura del bacino e del gomito sinistro, ora nell`ospedale di Locri. Nirta è stato condannato per associazione di stampo mafioso ad otto anni, confermati in Appello.
Contestualmente, la Squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Gennaro Semeraro, ha eseguito un`ordinanza di ripristino della misura cautelare in carcere a carico di Giovanni Strangio, di 46 anni, e Achille Marmo, di 38, affiliati alla `ndrangheta.
I due erano stati scarcerati per decorrenza dei termini della misura cautelare.
Gli arrestati sono i fratelli di Sebastiano Strangio e Marco Marmo, due delle sei vittime della strage di Duisburg dell`agosto 2007 dove morirono anche Francesco e Marco Pergola, Tommaso Francesco Venturi e il diciassettenne Francesco Giorgi.
La mattanza è stata subito inquadrata dagli inquirenti nell`ambito della cosiddetta faida di San Luca tra i Pelle-Vottari e i Nirta-Strangio. Faida riesplosa nel dicembre 2006, dopo la strage di Natale in cui morì Maria Strangio, moglie del boss Giovanni Luca Nirta.
Marco Marmo, invece, era uno dei principali affiliati alla cosca avversaria e già in un’occasione si era recato in Germania per acquistare delle armi ad elevato potenziale da utilizzare in San Luca ed aveva, in passato, instaurato una lunga trattativa con personaggi criminali gravitanti nell’area della capitale per l’acquisto di una grossa quantità di armi provenienti dalla ex Jugoslvia, poi non andata in porto.