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Immigrazione, a Rosarno una delle centrali della schiavitù

ROMA Immigrati fatti giungere in Italia con false promesse di lavoro e ridotti invece in schiavitù per lavorare nei campi per molte ore al giorno e vivere in condizioni disumane. Per questo 16 person…

Pubblicato il: 23/05/2012 – 10:57
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Immigrazione, a Rosarno una delle centrali della schiavitù

ROMA Immigrati fatti giungere in Italia con false promesse di lavoro e ridotti invece in schiavitù per lavorare nei campi per molte ore al giorno e vivere in condizioni disumane. Per questo 16 persone sono state arrestate dai carabinieri dei Ros tra Puglia, Calabria, Campania, Sicilia e Toscana. Diversi i reati contestati, a vario titolo, ai componenti dell`organizzazione, attiva tra Nardò (Lecce), Rosarno (Reggio Calabria) e altre città del sud. Tra gli altri, tratta di persone e riduzione in schiavitù. L`indagine, chiamata “Sabr” e condotta dal Ros di Lecce a partire dal gennaio 2009, ha portato all`individuazione di una organizzazione internazionale costituita da italiani, algerini, tunisini e sudanesi operanti in Puglia, Sicilia, Calabria e Tunisia che favoriva l`ingresso clandestino, in prevalenza di tunisini e ghanesi da destinare alla raccolta di angurie e pomodori. Il “reclutamento” avveniva prevalentemente in Tunisia, dove numerose persone, spinte dalla disperazione, venivano convogliate in falsi viaggi della speranza verso la Sicilia e, successivamente, nella penisola, per lavorare prima nell` agro pachinese, nel siracusano, poi i quello neretino, in provincia di Lecce. A Nardò si era costituita una sorta di “cartello” tra datori di lavoro e “caporali”, che forniva manodopera per i lavori agricoli stagionali in diverse regioni. I clandestini venivano relegati lontani dai centri abitati, privati del denaro che avevano con sé, retribuiti con somme irrisorie, alloggiati in baracche senza acqua corrente, servizi igienici e corrente elettrica messe a disposizione dagli stessi “datori di lavoro”. Gli immigrati venivano costretti a turni di lavoro di 10-12 ore, anche durante il Ramadan, periodo durante il quale molti lavoratori di religione islamica si astenevano dal bere e dal mangiare. Da questa attività i componenti dell`organizzazione traevano profitti “rilevanti”, evadendo tasse e contributi. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros, dei comandi provinciali interessati e del Nil, con il supporto di elicotteri e unità cinofile per la ricerca di droga, armi ed esplosivi. La misura cautelare è stata emessa dal gip di Lecce Carlo Cazzella su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Tra i reati contestati, oltre alla riduzione in schiavitù, anche l`associazione per delinquere, il falso in atto pubblico (per i falsi permessi di soggiorno) e il favoreggiamento dell`ingresso di stranieri in condizioni i clandestinità.

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