Porto e Italcementi, la Napoli interroga il governo
Un intervento urgente del governo è stato chiesto dalla deputata Angela Napoli per «avviare un adeguato tavolo delle trattative a livello nazionale per valutare gli interventi utili a garantire il ma…

Un intervento urgente del governo è stato chiesto dalla deputata Angela Napoli per «avviare un adeguato tavolo delle trattative a livello nazionale per valutare gli interventi utili a garantire il mantenimento dell`occupazione ai lavoratori, la cui instabilità rischia di minare l`ordine pubblico del territorio». In un`interrogazione al presidente del Consiglio e ai ministri dello Sviluppo economico e Infrastrutture e trasporti, del Lavoro e politiche sociali e dell`Interno, la parlamentare di Fli sottolinea che «la Calabria è la Regione che registra il più alto tasso di disoccupazione, purtroppo in aumento grazie alla situazione di crisi che attraversa il nostro Paese, ma che è maggiormente presente in quella parte del territorio nazionale dove lo sviluppo economico è stato sempre frenato, vuoi dalla presenza della `ndrangheta vuoi dal dominante sistema di malaffare e corruzione». «Per i circa 700 lavoratori del porto di Gioia Tauro, già in cassa integrazione dal luglio dello scorso anno – prosegue – non appare definita la situazione che per gli stessi si profilerà alla scadenza del periodo di Cigs. Purtroppo appaiono ormai realtà le indiscrezioni che da giorni paventavano la chiusura dello stabilimento Italcementi di Vibo Marina che dal 1939 rappresentava il baricentro economico della zona, con la conseguente mobilità di 82 lavoratori. Nella comunicazione che la Italcementi ha diramato si legge, tra l`altro: “A Vibo Marina, in particolare, il difficile contesto in cui si è trovata a operare la cementeria ha precluso soluzioni logistiche e normative che avrebbero consentito di mantenere un adeguato livello di competitività industriale”. Si presuppone che le difficoltà evidenziate dalla Italcementi facciano riferimento al trasporto su gomma, al materiale, non di altissima qualità, estratto dalle cave, al calcare acquistato da terzi e alla mancanza di combustibili alternativi. La chiusura della Italcementi rappresenta un colpo mortale per il gia` fragilissimo livello occupazionale dell`intero territorio calabrese». «La situazione di grave crisi occupazionale che sta invadendo la Calabria – conclude Angela Napoli – consente alla criminalità organizzata di inserirsi ulteriormente nel già fragile tessuto economico della regione Calabria».