«Arena? Solo parziali ammissioni»
Non si è fatta attendere la replica dei gruppi consiliari del Pd e di energia Pulita, dopo la conferenza stampa del sindaco Demetrio Arena in cui il primo cittadino, per la prima volta, ha fornito de…

Non si è fatta attendere la replica dei gruppi consiliari del Pd e di energia Pulita, dopo la conferenza stampa del sindaco Demetrio Arena in cui il primo cittadino, per la prima volta, ha fornito dei numeri sul debito del Comune di Reggio Calabria.
«Prendiamo atto – scrivono i consiglieri – di una prima parziale ammissione, dopo due anni di negazionismo assoluto e menzogne, della gravissima situazione in cui versano le casse comunali. Purtroppo questi ritardi hanno aggravato la situazione, aggiungendo ulteriori difficoltà ad una società già di per sé in crisi. La città vuole sapere, visto che i investimenti non ne sono stati fatti e i cantieri sono bloccati, dove sono finiti questi soldi. A quanto dice il primo cittadino, questo debito, sarà spalmato in tre anni. Ciò significa che, ancora una volta, saranno i cittadini a pagare le colpe di chi ha male amministrato questa città negli ultimi otto anni. L’unica certezza è che, per pagare questi debiti, la città non conoscerà alcuna crescita per diverso tempo».
Un`ammissione che, in ogni caso, non convince del tutto gli schieramenti guidati da Massimo Canale e Giuseppe Falcomatà.
«È vergognoso – attaccano ancora – cercare di addossare tutte le responsabilità all’operato di una singola persona (Orsola Fallara, ndr) che comunque, a tutto voler concedere, è stata nominata dalle stesse persone che oggi ne condannano l’operato e che ne hanno beneficiato elettoralmente. Infatti, tutte le recenti tornate elettorali, si fondano su quelle che oggi si appalesano come menzogne che hanno costruito un falso modello fatto invece di sprechi e abusi i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti». Ma le considerazioni di questa parte dell`opposizione consiliare non si fermano al presente ma analizzano responsabilità politiche che nascerebbero nel passato.
«È doveroso rimarcare – proseguono Pd ed Ep – che il sindaco e la sua giunta si sono assunti l’onere di tacere, dall’insediamento a oggi, su questa voragine debitoria (segreto di pulcinella), esponendo così il Consiglio e i propri consiglieri di maggioranza a votare documenti contabili non veritieri. In ultimo, è oltremodo vergognoso chiedere ai dipendenti comunali di restituire le posizioni organizzative, previste dal contratto collettivo per una cifra di addirittura 22 milioni di euro, ovvero circa 17 mila euro a testa. Sarebbe stato molto più dignitoso chiedere a quei pochi gerarchi che si sono arricchiti sulle spalle della città, la restituzione del maltolto. Siamo stufi delle mezze verità. Nei prossimi giorni, appena la giunta ci darà i documenti deliberati, avremo modo di verificare realmente la situazione e informeremo la città che ha il diritto di conoscere tutta la verità».
«Il sindaco Arena, dopo colpevoli silenzi, inaudite omissioni e indecente tracotanza, ha ammesso l’esistenza di un enorme buco, secondo noi ancora troppo parziale, di ben 118 milioni di euro, relativo al bilancio consuntivo dell’anno 2010»: Ivan Tripodi, segretario cittadino del Pdci reggino, commenta così la conferenza stampa di ieri. E aggiunge: «Per lungo tempo siamo stati offesi e dileggiati per avere semplicemente affermato l’odierna verità, vale a dire che le casse del Comune erano state ridotte, nel decennio a guida Scopelliti, ad una condizione da dissesto economico. Ma, come si suol dire, il tempo è galantuomo e consegna una cruda verità che supera ampiamente anche la più brillante fantasia».
Secondo Tripodi, «l’aspetto paradossale di questa vicenda, che offende gravemente tutti i reggini, è rappresentato dal fatto che il sindaco Arena non ha sentito il dovere morale e politico di prendere le distanze e criticare la lunga stagione amministrativa, nefasta e fallimentare, che ha prodotto questo pesante deficit. Un decennio caratterizzato dal disastroso modello-Reggio di Scopelliti & co. Al contrario, Arena ha definitivamente gettato la maschera; ha, infatti, candidamente affermato di sentirsi orgoglioso protagonista di quella stagione e, quindi, ha implicitamente ammesso di essere complice del deficit delle casse comunali».
Il primo cittadino della città dello Stretto, inoltre, per l`esponente comunista «ha tentato di attribuire e scaricare ogni responsabilità, esclusivamente, alla defunta Orsola Fallara: odierno capro espiatorio, comodo per tutti i protagonisti del modello-Reggio e del sacco della città. Ma, anche su questo aspetto, la verità, come emerge limpidamente dall’inchiesta della Magistratura, è decisamente ben altra».
Poi l`aspetto meramente economico nella misura in cui s`incrocia con la gestione politica: «In una qualsiasi “città normale” di ogni latitudine o longitudine – scrive Ivan Tripodi nella nota –, l’ammissione e il riconoscimento di un buco finanziario di tale portata sarebbe stato accompagnato dalle contestuali dimissioni del sindaco, ancorché, come dallo stesso ammesso ed affermato, co-protagonista della nefasta stagione politica che ha causato l’enorme default finanziario. Invece, a Reggio Calabria può accadere che il sindaco prosegua, senza il benché minimo senso del pudore, nella sua linea di affossamento e distruzione della città».
Per il segretario cittadino del Partito dei comunisti italiani «la conferenza stampa di Arena rappresenta il de profundis di Reggio Calabria e, in tal senso, proponiamo formalmente la proclamazione del lutto cittadino per la morte della nostra città barbaramente assassinata dai suoi amministratori. Non è affatto una provocazione, ma è il banalissimo riconoscimento della tragica realtà prodotta da Scopelliti, Arena e dal Pdl. Il debito del Comune lo paghino personalmente tutti coloro i quali lo hanno scientemente provocato e affinché non ricada, quindi, sulla testa di tutti gli incolpevoli reggini. Auspichiamo che i consiglieri comunali, con la necessaria ed indispensabile saggezza, non si assumano la pesantissima responsabilità, squisitamente ed esclusivamente personale, di approvare il tragico bilancio consuntivo dell’anno 2010 presentato dal sindaco Arena. Vale quel famoso adagio: uomo avvisato, mezzo salvato».